mercoledì 20 marzo 2013


Ho deciso di intitolare il mio primo romanzo Metatron, dedicandolo a un Arcangelo conosciuto soprattutto nella cultura ebraica: l’origine del nome è incerta ma sembri derivare da “meta Thronos” cioè colui che serve dietro il trono. Gli angeli sono creature invisibili con il compito di messaggeri tra l’uomo e Dio. E’ l’Arcangelo più misterioso e più vicino a Dio secondo alcune fonti mesopotamiche. Conosciuto anche come “il Principe del Volto” in quanto ha il raro privilegio di vedere il volto di Dio, prima di diventare un angelo sembra sia stato un essere umano, ovvero il profeta biblico Enoch; è anche conosciuto come l’angelo della vita, custodisce l’albero della vita e scrive le buone azioni delle persone nel Libro della Vita in modo tale che tutte le esperienze degli uomini vengano conservate. La sua missione è aiutarci ad avere la giusta misura in tutto ciò che facciamo, prendendo coscienza del nostro potere di amare e di scoprire il senso dell’esistenza. Se invocato, aiuta le persone nel trovare il loro aspetto spirituale e per rendere il mondo un posto migliore.  
Ho scelto quindi questo nome al mio romanzo, proprio perché è un angelo importante e con un compito particolare, di mediatore tra Dio e l’umanità stessa.
In un’epoca come la nostra dove si guarda solo all’aspetto materiale e apparente delle cose, sarebbe necessario riscoprire la presenza di questi esseri che ci accompagnano per tutta la vita. Ci sono tante storie relative alle apparizioni di angeli, ma c’è n’è una che mi ha colpito perché è un po’ diversa dalle altre perché è frutto di un’esperienza di pre-morte di un dottore conosciuto e stimato nonché scettico sull’esistenza dell’altro mondo.
Eben Alexander è un neurochirugo americano. Famoso e rispettato in tutto il mondo. Uno studioso, che crede più alla scienza che alle impressioni. Il fatto è che una meningite fulminante lo stava uccidendo. Dopo sette giorni di coma, con il cervello completamente “spento”, si è improvvisamente risvegliato. E ha cominciato a raccontare il Paradiso, che dice di aver visto. Fino all’incontro con Dio. Una storia che ha scosso la comunità scientifica. Vi riporto l’intervista rilasciata dal settimanale “Oggi”:
Professore, ha davvero visto Dio? 
«Certo. E molto altro. Sono stato in Paradiso. E non posso averlo né sognato né immaginato perché la mia corteccia cerebrale era completamente fuori uso a causa della meningite da e-coli, una forma rarissima».
Ci descrive l’aldilà?
«Non avevo nessuna memoria della mia vita terrestre, ero senza peso, non conoscevo il concetto di essere umano. Ero fatto solo di sensi. E per me quel viaggio è durato per sempre. È cominciato sottoterra, in un ambiente buio e fangoso. Poi una melodia celestiale mi ha chiamato in alto e mi sono trovato in una splendida vallata, con migliaia di farfalle, fiori e nuvole colorate. Sopra le nubi c’erano creature meravigliose che ho chiamato angeli perché non saprei come descriverle altrimenti. I colori erano brillanti e cangianti. Intorno a me c’era una forza potentissima, era amore puro e incondizionato. Era Dio. Mi sono accorto che stavo viaggiando sull’ala di una farfalla con una donna bellissima accanto a me. Quell’essere celestiale senza parlare mi ripeteva questa frase: “Sei amato e adorato e lo sarai per sempre, non c’è nulla di cui aver paura, non puoi fare nulla di sbagliato. Ti mostreremo molte cose qui ma alla fine tornerai indietro”».
Quella donna aveva il volto di qualcuno che lei conosce?
«Quando l’ho incontrata non lo sapevo, ma era mia sorella. Sono stato adottato e ho ritrovato i miei veri genitori soltanto qualche anno dopo essere uscito dal coma. Mi hanno mandato la foto di mia sorella morta nel 1998 e mi è venuto un colpo. Era proprio lei. La fanciulla del mio viaggio. Quando ho chiesto alla mia mamma biologica di descrivere sua figlia mi ha detto: “Era come un angelo sulla terra”».
Lei è uno scienziato e prima era uno scettico. Si aspetta davvero che la gente le creda?
«Solo gli ignoranti possono non credermi. Ormai ci sono talmente tante prove, racconti, testimonianze. Quello che ho visto è reale. Non è stato partorito dal mio cervello che era come morto. È successo al di fuori di me, in un’altra dimensione».
Come concilia le certezze del neurochirurgo con la fede e il paradiso? 
«La mia esperienza ha dimostrato inequivocabilmente che la coscienza è indipendente da corpo e cervello ed è il potere più importante dell’universo. La scienza non è ancora stata in grado di comprenderla, nonostante i tentativi della meccanica quantistica. Io dico che la scienza dovrebbe abbracciare il potere della spiritualità. Non vedo frattura tra scienza e religione».
Però la vedono i suoi colleghi. Molti l’hanno invitata a rinsavire. 
«Pubblicamente. Ma tantissimi colleghi che ho interpellato sia per la mia guarigione dalla meningite, che è davvero miracolosa, sia per scrivere il mio libro e dare una spiegazione scientifica al mio viaggio, mi hanno detto che una spiegazione razionale non esiste».
Altri hanno scritto che il suo racconto assomiglia un po’ troppo a un viaggio sotto gli effetti della droga e contiene tutti i cliché del paradiso.
«Non vede? Tutti i racconti di pre-morte sono praticamente uguali. Vuol dire che sono reali! Un’infermiera che lavorava nei campi di sterminio della Seconda guerra mondiale ha raccontato che in tanti lettini del lager i prigionieri avevano intagliato delle farfalle. Questo perché sono comuni nelle esperienze di viaggi nell’aldilà. Compaiono anche nel Libro dei Morti degli antichi egizi. Non sono ricordi, sono reali. E tutti possono vedere Dio».
Intende da svegli? 
«Proprio così. Attraverso tecniche come il potenziamento acustico e la sincronizzazione atmosferica. Quando viaggiavo nel Paradiso mi sono accorto che a trasportarmi verso l’alto dal fango era la melodia. Se la seguivo mi elevavo. Attraverso la meditazione sto cercando di ritrovare quella melodia e quindi anche Dio. Possono provarci tutti. Non ci sono ancora riuscito ma, ne sono convinto, è solo questione di tempo».

E’ sicuramente un’esperienza straordinaria, ma l’aspetto che colpisce di più è che ha fatto cambiare radicalmente idea a una persona scettica sull’argomento e dubito che uno scienziato possa stravolgere le proprie convinzioni su un argomento del genere così facilmente e rapidamente. Forse non riuscirà mai la scienza a dimostrare l’esistenza di questi esseri, ma episodi come questi ci fanno sicuramente riflettere. 

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