Nel mio romanzo ci sono due simboli opposti che
rappresentano il Bene e il male. Il simbolo “Veda” rappresenta il Bene ed è una mia creazione, frutto dell’unione
di quattro simboli; l’ho chiamato così in quanto il termine “Veda” vuol dire
Conoscenza. I simboli nel passato rivestivano una grande importanza, infatti l’origine
stessa della parola simbolo deriva dal verbo symballo dalle radici σύμ- (sym-,
"insieme") e βολή (bolḗ, "getto"), avente il significato
approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte. Le
persone che erano legate da una comunanza di interessi morali o materiali, come
segno di riconoscimento utilizzavano degli oggetti spezzati in più parti in modo
tale che qualora si fossero riuniti, le varie parti combaciavano perfettamente
tra loro. Secondo Jung, il simbolo è l’immagine
adeguata per indicare la natura oscuratamente intuita dello Spirito. Il simbolo
è un mezzo più completo e totale di conoscenza rispetto al concetto, ci indica
la via da seguire e attraverso il
linguaggio simbolico l’uomo può conoscere se stesso.
Il simbolo “Veda” si rifà alle antiche tradizioni
ermetiche del passato e collegando alcuni aspetti della filosofia occidentale
ad altri di origine orientale offre una visione profonda della vita mettendo in
evidenza come l’uomo possegga delle possibilità latenti che lo interconnettono
con tutti gli esseri viventi. Il simbolo in questione si presta a molteplici
interpretazioni, ma vuole essere una fonte di ispirazione per la conoscenza del
Sé profondo, delle vere motivazioni che ci portano a compiere delle scelte, dei
limiti che abbiamo e a partire dalla presa di consapevolezza di questi limiti
possiamo tentare di superarli. La comprensione della nostra vera natura e delle
nostre inclinazioni, dovrebbe portarci ad occuparci di ciò che ci compete e una
società veramente progredita dovrebbe consentire ad ogni individuo di sfruttare
i propri talenti in modo da esprimere al meglio se stesso e sentirsi pienamente
realizzato.
Il simbolo dimostra anche come alcuni aspetti filosofici siano
contenuti anche in culture diverse dalla nostra, aprendoci così al “diverso” e
conoscendo alcuni aspetti che la nostra cultura ignora, come ad esempio il
concetto di energia interna.
Ora spiegherò nel dettaglio i vari simboli che lo
compongono ovvero l’OM, l’Uroboros, il Tai-Chi e l’Eptagramma o
stella a sette punte. Se noi guardiamo il simbolo dall’esterno verso l’interno,
vuole rappresentare il Principio Originario di tutte le manifestazioni del
creato (il serpente che si morde la coda o Uroboros) che emettendo la sillaba
sacra “OM” ha dato vita alla Creazione. Quest’ultima è rappresentata dal
Tai-Chi, con i suoi due principi complementari e allo stesso tempo opposti (Yin
e Yang) nei quali si rispecchiano tutte le manifestazioni dell’universo
(maschio, femmina, caldo, freddo etc).
Al centro del Tai-Chi c’è l’Eptagramma che
rappresenta l’uomo nella sua totalità, ovvero il corpo materiale e l’anima
divina, nello specifico le sette punte rappresentano i sette corpi energetici
dell’uomo. La scritta V.I.T.R.I.O.L.
contenuta nella stella vuol dire Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies
Occultam Lapidem ed è un invito alla conoscenza più profonda di se stessi in
modo da diventare consapevoli dei propri lati negativi e superarli.
Infine l’Uroboros oltre a rappresentare il Principio
Originario è il simbolo della reincarnazione, dell’eterno ritorno e ci ricorda
come ad ogni inizio corrisponda una fine, mentre la frase “en to pan”
riassume l’intero simbolo perché vuol dire “L’Uno nel Tutto” in quanto il
Principio Originario o Dio è contenuto in ogni aspetto della Creazione.
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