mercoledì 20 marzo 2013


Nel mio romanzo ci sono due simboli opposti che rappresentano il Bene e il male. Il simbolo “Veda” rappresenta il Bene ed è una mia creazione, frutto dell’unione di quattro simboli; l’ho chiamato così in quanto il termine “Veda” vuol dire Conoscenza. I simboli nel passato rivestivano una grande importanza, infatti l’origine stessa della parola simbolo deriva dal verbo symballo dalle radici σύμ- (sym-, "insieme") e βολή (bolḗ, "getto"), avente il significato approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte. Le persone che erano legate da una comunanza di interessi morali o materiali, come segno di riconoscimento utilizzavano degli oggetti spezzati in più parti in modo tale che qualora si fossero riuniti, le varie parti combaciavano perfettamente tra loro.  Secondo Jung, il simbolo è l’immagine adeguata per indicare la natura oscuratamente intuita dello Spirito. Il simbolo è un mezzo più completo e totale di conoscenza rispetto al concetto, ci indica la via da seguire  e attraverso il linguaggio simbolico l’uomo può conoscere se stesso.
Il simbolo “Veda” si rifà alle antiche tradizioni ermetiche del passato e collegando alcuni aspetti della filosofia occidentale ad altri di origine orientale offre una visione profonda della vita mettendo in evidenza come l’uomo possegga delle possibilità latenti che lo interconnettono con tutti gli esseri viventi. Il simbolo in questione si presta a molteplici interpretazioni, ma vuole essere una fonte di ispirazione per la conoscenza del Sé profondo, delle vere motivazioni che ci portano a compiere delle scelte, dei limiti che abbiamo e a partire dalla presa di consapevolezza di questi limiti possiamo tentare di superarli. La comprensione della nostra vera natura e delle nostre inclinazioni, dovrebbe portarci ad occuparci di ciò che ci compete e una società veramente progredita dovrebbe consentire ad ogni individuo di sfruttare i propri talenti in modo da esprimere al meglio se stesso e sentirsi pienamente realizzato.
Il simbolo dimostra  anche come alcuni aspetti filosofici siano contenuti anche in culture diverse dalla nostra, aprendoci così al “diverso” e conoscendo alcuni aspetti che la nostra cultura ignora, come ad esempio il concetto di energia interna.
Ora spiegherò nel dettaglio i vari simboli che lo compongono ovvero l’OM, l’Uroboros, il Tai-Chi e l’Eptagramma o stella a sette punte. Se noi guardiamo il simbolo dall’esterno verso l’interno, vuole rappresentare il Principio Originario di tutte le manifestazioni del creato (il serpente che si morde la coda o Uroboros) che emettendo la sillaba sacra “OM” ha dato vita alla Creazione. Quest’ultima è rappresentata dal Tai-Chi, con i suoi due principi complementari e allo stesso tempo opposti (Yin e Yang) nei quali si rispecchiano tutte le manifestazioni dell’universo (maschio, femmina, caldo, freddo etc).
Al centro del Tai-Chi c’è l’Eptagramma che rappresenta l’uomo nella sua totalità, ovvero il corpo materiale e l’anima divina, nello specifico le sette punte rappresentano i sette corpi energetici dell’uomo. La scritta V.I.T.R.I.O.L. contenuta nella stella vuol dire Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultam Lapidem ed è un invito alla conoscenza più profonda di se stessi in modo da diventare consapevoli dei propri lati negativi e superarli.
Infine l’Uroboros oltre a rappresentare il Principio Originario è il simbolo della reincarnazione, dell’eterno ritorno e ci ricorda come ad ogni inizio corrisponda una fine, mentre la frase “en to pan” riassume l’intero simbolo perché vuol dire “L’Uno nel Tutto” in quanto il Principio Originario o Dio è contenuto in ogni aspetto della Creazione. 

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