martedì 26 agosto 2014

CHI ERA RASPUTIN?


Grigori Jefimovich meglio conosciuto come Rasputin (dal nome del villaggio in cui nacque) era come lo definì la zarina "una creatura mistica, prediletta da Dio e dotata di grandi poteri". Era un personaggio comunque controverso infatti altri lo chiamavano "il diavolo santo" e altri addirittura lo temevano....
Il suo biografo tedesco S. Langer lo descrive così: "Non era assolutamente cattivo, ma non era nemmeno molto buono, non era santo e neanche libertino... Era un uomo esuberante, dotato di molti pregi e soccombente a molte debolezze... Pieno di contraddizioni e dotato di qualità che sfuggono alla conoscenza umana." Era dotato del dono della profezia, infatti profetizzò lo sterminio della famiglia imperiale, la sua morte, il secondo conflitto mondiale... 
Nato nel 1868 in Russia a 22 anni ebbe una visione divina: mentre stava arando sentì alle spalle un coro angelico, si voltò e vide la Madonna; per lui fu come un avvertimento, scrisse in seguito.
Qualche tempo dopo un novizio dell'accademia ecclesiastica lo convinse di andare nel monastero di Werchoturije, dove entrò in contatto con una setta eretica e pare che gli fu affidata la missione di portare il Vangelo di Cristo nel mondo. La gente umile parla di lui come il consolatore della gente povera, dotati di poteri eccezionali ma si diceva anche che nei suoi occhi c'era un fascino un pò angelico e un pò diabolico, dinanzi alla quale nessuna donna poteva resistergli. 
La voce sui suoi poteri taumaturgici giunge presto fino a Pietroburgo, dove aumentando il suo prestigio, aumentano anche le sue condizioni economiche.
Ma la sua notorietà raggiungerà l'apice quando guarirà lo zarevich Alexej che era emofiliaco; raccoltosi in preghiera accanto al suo capezzale disse a sua madre: "Tuo figlio è salvo" e così fu.
Ma i consiglieri dello zar in seguito a delle voci che lo screditavano convinsero lo zar ad allontanalo dalla corte, ma Rasputin prima di andarsene disse: "Se lo zar mi allontanerà da Pietroburgo, entro sei mesi l'erede al trono sarà di nuovo in pericolo..." E fu proprio così perchè Alexej cadde e si ferì, le sue condizioni peggiorarono e allora lo zar fece tornare Rasputin che lo guarì nuovamente. 
Il suo potere allora aumentò, tanto che lo stesso zar su decisioni importanti lo consultava e questo naturalmente infastidì molto gli aristocratici. Così uno di questi, il principe Jussupoff, invitò con un inganno Rasputin nel suo palazzo e mentre banchettavano gli versò del cianuro nel vino; dopo un pò il suo respiro divenne pesante e allora il principe decise di sparargli un colpo al petto per finirlo. 
Convinti di averlo ucciso salirono al piano superiore, ma quando tornarono si trovarono di fronte a una scena orribile: Rasputin grondava sangue ma era ancora in piedi e barcollando si stava dirigendo verso l'uscita. Così gli spararono nuovamente e lo gettarono in un fiume. 
Una interessante profezia riguardante le guerre mondiali recita così:
"...Crescerà una pianta in Europa chiamata sangue. Il suo primo frutto scoppierà nell'anno del mistero. I semi arriveranno fino alle porte di Pietroburgo. Ma Pietroburgo sarà salva. Il secondo frutto -e sarà il più grosso-scoppierà nell'anno del mistero solare. E i semi arriveranno oltre Pietroburgo e fino a Parigi e fino a Roma e oltre i mari. Il terzo frutto sarà minore di altri e scoppierà nel nuovo anno del mistero solare. Ma i semi non cadranno più sulla terra, perchè saranno bruciati dal vento..."
La pianta chiamata sangue è il simbolo della guerra; le interpretazioni sui tempi in cui questa violenza scoppierà sono state diverse. Il primo frutto è la prima guerra mondiale. Il secondo frutto, il riferimento riguarda la mistica dei numeri: 7 è il numero del mistero, se scomponiamo questo numero magico avremo 2 e 5. All'anno di morte di Rasputin basterà aggiungere 25 per giungere al 1941, anno in cui il mondo era in piena guerra. 
Il terzo frutto frutto, la terza guerra mondiale sarà breve e forse sarà con il fuoco....
Dopo una nuova era di pace e di serenità si aprirà su un mondo nuovo. 

lunedì 25 agosto 2014

Le profezie sui Papi: il vescovo Malachia


Quando c'è una successione papale spesso si parla del profeta Malachia. Chi era questo veggente e da dove veniva? Le origini sono discordanti a riguardo, sembra sia originario dell'Irlanda del Nord e pare sia vissuto verso la fine dell'anno 1000. Fu vicario della diocesi di Celsus e poi nominato vescovo di Connor. "Il monaco santo" così come lo chiamavano all'epoca si recò a Roma per visitare Innocenzo II e al ritorno dal suo viaggio in Francia tracciò una specie di profezia sui Papi che si sarebbero succeduti nella storia.  In questa successione è necessario sottolineare un aspetto di una cera rilevanza: le successioni papali sono state seguite secondo l'ordine di A.Tyler inserendo anche alcuni antipapi "storicamente dubbi"; naturalmente se vengono esclusi questi la successione cambia, in ogni caso però lo spostamento nel tempo sarebbe minimo. 
Malachia profetizzò a riguardo di Papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I, il 109° Papa della Lista) chiamandolo "De Medietate Lune", in riferimento al suo pontificato che durò 33 giorni, il tempo di una luna. Anche una altra profezia fatta dalla monaca di Dresda parlava di questo Papa così: "La luna segnerà il tempo di questo Papa".
"De Labore Solis" è invece il messaggio profetico su Giovanni Paolo II, forse mettendo in relazione il simbolismo del sole con quello del sangue, infatti l'attentato che subì in Piazza San Pietro avrebbe aperto a una nuova era di martiri cristiano (come previsto da un'altra veggente, la Nixon). Un altra interpretazione collega il motto all'eclissi di sole che avvenne quando il Papa nacque, in quanto "labore" in latino vuol dire anche eclissi.
Il 111° Papa, Papa Benedetto XVI è indicato come "de gloria olivae", collegato probabilmente al nome Benedetto, perchè alcuni monaci benedettini sono chiamati "monaci olivetani".
E ora arriviamo all'ultimo Papa, quello attuale Papa Francesco che sembrerebbe essere l'ultimo Papa della successione....
Malachia lo chiama Pietro II, probabilmente perchè come Pietro sarebbe stato il primo Papa della storia, Papa Bergoglio sarebbe l'ultimo, così recita la profezia: 
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia".
 Questo Pontefice concluderà probabilmente un ciclo della chiesa cattolica, il suo pontificato sarà pieno di amarezze e difficoltà e counciderà con uno dei momenti più critici e drammatici della storia della Chiesa e dell'umanità.
Alcuni interpreti di questa profezia pensano che la Chiesa  dopo questo Papa subirà una trasformazione radicale, alcuni credono che si arriverà addirittura a una chiesa universale che adorerà un solo Dio.

sabato 23 agosto 2014

I PROFETI DEL NOSTRO TEMPO: JEANE DIXON


Jeane Dixon è stata una delle veggenti più famose nel mondo intero nel secolo scorso. A lei sono ricorsi uomini eminenti come Roosvelt, Churchill e Adenauer. La sua figura è affascinante perchè ricorda quella dei profeti biblici, infatti la Dixon ispirata dalla divinità e senza nulla ricevere come compenso dalle sue predizioni, cerca di aiutare gli altri ad aiutare se stessi insegnando ad utilizzare i talenti che ognuno di noi ha dalla propria nascita. 
Una volta le fu chiesto quale fosse la sua qualità migliore ed ella rispose: "L'amore, io credo che il mio scopo e la mia missione, in cui credo con tutto il cuore, è questa: far conoscere alla gente la grandezza che risiede in ogni individuo. Grandezza personale senza necessità di copiare nessuno.  Ed io credo anche di essere qui per mostrare alla gente la luce di Dio che è in ogni individuo."
Parlando di profezie automaticamente viene in mente la questione del libero arbitrio. Se l'uomo è stato creato libero da Dio, allora come è possibile che i profeti conoscano in anticipo il futuro? 
La Dixon a riguardo rispose che se un evento è voluto da Dio, allora niente potrà fare l'uomo affinchè questo non accada. 
A questo proposito anche un altra veggente dei nostri tempi, Teresa Newmann, disse che quando sua sorella stava per morire pregò nel tentativo di salvarla, ma che le sue preghiere furono inutili perchè quella era la volontà di Dio.
Quindi dobbiamo credere che il destino è qualcosa di ineluttabile? 
Prima di dare una risposta, forse è meglio fare una distinzione tra fato e destino. Il fato lo possiamo intendere come un evento che necessariamente avviene senza la volontà dell'uomo (ad esempio un uomo camminando per strada gli cade una tegolo in testa e muore).
Il destino lo possiamo come una serie di opportunità che la vita ci offre e che con la nostra collaborazione può avverarsi o meno. Per questo si suol dire che ognuno di noi è l'artefice del proprio destino.
La Dixon a proposito diceva così: " Il fato si deve sempre compiere. Se è scritto che un evento (matrimonio, lavoro, morte) si verificherà questo inevitabilmente deve avverarsi".
A riguardo della missione di ognuno di noi sulla Terra diceva:" Noi siamo gli amministratori di una proprietà preziosa, come è spiegato nella parabola del Vangelo e noi dobbiamo investire questi talenti in maniera tale da poterli restituire a chi ce li ha dati con gli interessi. Guai a noi se li lasciamo inutilizzati, incorreremmo nello stesso castigo dell'amministratore infingardo della parabola. Guadagnare e rendere gli interessi significa che noi dobbiamo ridare a Dio non soltanto quello che ci ha dato alla nascita ma anche quello che abbiamo saputo creare. Il potenziale è lì, sta a noi usarlo. Il suo Regno esiste per coloro che lavorano per Lui e il premio è eterno. Usando questi talenti dati da Dio noi potremo dire: Il mio calice è pieno in abbondanza..."
A riguardo dei nostri tempi travagliati disse che era possibile rinvenire i segni della fine dei tempi: distruzione del patrimonio religioso, abuso delle droghe, alcolismo, collasso della legge e dell'amministrazione pubblica, crescita della violenza, deterioramento della moralità pubblica e privata, deterioramento della famiglia. L'unico antidoto a questi mali, afferma la Dixon è restare fermi nella nostra fede e resistere a tutti  i tentativi di cacciare Dio dalla nostra vita, altrimenti giorni bui saranno la nostra eredità. La preghiera è la vita dell'anima....
A riguardo delle profezie parlando della tragedia dei fratelli Bob e John Kennedy disse: "Quello che Iddio mi fa vedere in queste rivelazioni deve accadere. Questi non sono piani umani, ma è o quello che Dio vuole o quello che Dio permette che avvenga. Nel caso dell'assassinio di John, la conoscenza della tragedia mi venne come una rivelazione e non c'era nulla al mondo che potesse fermare l'assassinio. Soltanto Iddio è grande abbastanza da ricavare un bene da quello che a volte sembra un male. Quelli che credono nella bontà di Dio accettano la Sua volontà. Il volere dell'umanità non può cambiare il volere di Dio".
Nel futuro prossimo la Dixon vede una crisi profonda nella Chiesa Cattolica, probabilmente uno scisma che porterà alla formazione di nuove fazioni. Aveva previsto che un Papa sarebbe stato ferito e un altro ancora sarebbe stato ucciso. Ci sarà più comprensione per punti di vista diversi, ma questa comprensione porterà alla conclusione che questi punti di vista sono così distanti tra loro che l'unità sarà impossibile a meno che non ci sia un intervento divino. "Questo intervento avverrà quando una croce comparirà all'orizzonte orientale e si udrà una voce dal Cielo che chiamerà tutti gli uomini a unirsi sotto un unico Dio. Allora le Chiese, pur rimanendo separate, riusciranno ad effettuare un'unione basata sulla fede apostolica e sul riconoscimento di un solo Dio onnipotente. Ma anche allora purtroppo ci saranno molti che udranno la voce di Dio e non le presteranno attenzione".

martedì 16 aprile 2013





Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.
Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.
Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".
Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».
In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.
Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.
Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.
In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi diencefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.
Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.
Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.
Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.
Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.

fonte: www.neardeath.it

lunedì 15 aprile 2013


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È un articolo del 1998 di Melvin Morse. Il lobo temporale destro profondo e le strutture associate del lobo limbico sono chiaramente connessi alle esperienze religiose umane di ogni tipo, comprese le conversioni e le NDE. Il fatto che le esperienze religiose siano fondate sul funzionamento del cervello non ne diminuisce o ne svalorizza il loro significato spirituale. In realtà, la scoperta di un substrato neurologico per l'esperienza religiosa può essere utilizzata come prova oggettiva della realtà di tali esperienze. L'autore ipotizza che il lobo temporale destro permetta agli esseri umani di interagire con una realtà "non locale" al di fuori dello spazio e del tempo. L'esperienza clinica di accedere a tale realtà è una componente importante nell'esperienza religiosa. La teoria della fisica quantistica, secondo l'autore, ha valore in quanto offre una spiegazione teorica per molti ben documentati fenomeni che si verificano correntemente al di fuori del corrente modello scientifico teorico. L'autore ne esamina le implicazioni per una migliore comprensione di due tipi di esperienze, la visione a distanza e le guarigioni del corpo causate dalla mente. Una delle difficoltà nell'accettazione del fatto che la mente possa guarire il corpo come modello terapeutico risiede nel fatto che non disponiamo di nessuna coerente teoria su come questo fenomeno possa accadere. Se si accetta l'esistenza di una realtà non-locale come evidenziato da alcuni esperimenti, le forme morfiche ipotizzate da Rupert Sheldrake potrebbero esistere all'interno di tale realtà non locale. L'autore ipotizza che il lobo temporale destro sia il veicolo biologico della risonanza morfica, spiegando come gli stati meditativi e dissociativi possano avere come effetto correzioni nel DNA corporeo. Questa teoria ha come potenziale conseguenza una serie di studi scientifici in grado di far progredire la nostra comprensione della coscienza umana e dei talenti paranormali. L'autore ritiene che, anche qualora le sue ipotesi si dimostrassero infondate, l'investigazione del processo di guarigione mente-corpo ne migliorerebbe la comprensione. Ogni umana esperienza si basa sul cervello. Questo include il ragionamento scientifico, la deduzione matematica, il giudizio morale, il talento atletico e le intuizioni e percezioni spirituali. La comprensione delle basi neurologiche relative agli incontri con le realtà spirituali implica una nuova ipotesi che può essere sperimentalmente testata (Saver 1997). Le esperienze spirituali come le premonizioni di morte o le NDE spesso implicano la precognizione di eventi futuri o la visione remota, che rende tali esperienze incomprensibili in base agli attuali modelli della medicina. A tutt'oggi non esiste nessuna coerente teoria che spieghi come la precognizione o la visione remota possano funzionare dal punto di vista della biologia del cervello. Questa carenza di un modello teoretico scientifico che consentisse l'interazione con un universo interconnesso ha portato ad un dibattito centenario tra gli "scettici" ed i "credenti" che non ha fatto avanzare di un solo passo la nostra comprensione della coscienza umana. Questo è un dibattito di natura preminentemente filosofica tra atei e credenti, ed ha dominato ogni settore del paranormale e della ricerca sulle NDE, camuffandosi spesso sotto una terminologia scientifica (Hansen 1992). Il dibattito in sé, tanto dal punto di vista degli scettici quanto da quello dei credenti, rientra in quella che Carl Sagan ha definito pseudoscienza, dato che comprende pochi dati scientificamente generati e molti richiami a varie autorità ed esperti (Sagan 1996). Il lobo temporale destro mediano, l'ippocampo, e le associate strutture del lobo limbico costituiscono il substrato biologico delle OBE e delle esperienze religiose. La prova di ciò è rappresentata dagli studi sulle patologie del lobo temporale, dagli studi sulla stimolazione elettrica diretta, dagli studi sul lobo temporale negli epilettici, dagli studi sperimentali sulle NDE e dagli studi clinici comparativi sulle esperienze indotte dalla ketamina e dall'LSD e l'azione dei neurotrasmettitori associati all'interno del cervello umano. I primi casi studiati dimostrarono che i tumori nelle regioni temporali erano spesso associati ad allucinazioni visive. Queste allucinazioni includevano visioni che andavano da "una strana donna maligna e vestita" a "scene e miraggi dipinti", fino a lampi di luce ed oggetti luminosi (Henschen 1925, Jackson 1889-90). Per esempio, un referto cita il caso di un ragazzo con un glioma cistico nel lobo temporale destro che aveva una vivida visione tridimensionale di un uomo vestito di bianco (Cushing 1921). Kennedy fu uno dei primi a riconoscere l'origine dal lobo temporale destro di allucinazioni vivacemente realistiche di natura audiovisiva, localizzate fuori dal corpo (Kennedy 1911). Molti dei casi riportati riguardavano pazienti che vedevano apparizioni prima della morte. Questo è un fenomeno clinico ben documentato riscontrato nei pazienti morenti (Barrett 1990, Ossis 1977). Studi sulla stimolazione elettrica diretta delle strutture profonde del lobo temporale hanno ampliato la nostra comprensione del funzionamento di quest'area, dato che hanno provocato percezioni di stati fuori dal corpo così come la visione dei "ricordi", ed altri elementi propri delle NDE (Moody). Per esempio, nella serie di esperimenti di Penfield un paziente affermò: "Oh cielo, sto lasciando il mio corpo", ed un altro paziente così si espresse: "Sono mezzo dentro e mezzo fuori". Se stimolati in aree adiacenti al lobo temporale, i pazienti affermarono di udire musiche celestiali, di vedere vivide allucinazioni di persone, e di ricordare memorie del passato così vivide da apparire come reali quadri tridimensionali davanti a loro (Penfield 1950, 1955). Uno studio più recente descrive un paziente che riferì la sensazione di trovarsi a gran distanza dal proprio corpo a seguito della stimolazione della struttura mesolimbica temporale destra (Gloor). Persinger ha sviluppato un metodo di deboli stimolazioni elettriche del lobo temporale destro senza interventi di tipo neurochirurgico, che ha utilizzato per condurre esperienze sugli studenti universitari. Riporta che è come se avessero "esperienza di Dio" (Persinger 1987). Pazienti che soffrono di epilessia del lobo temporale descrivono crisi che comprendono elementi di natura religiosa, comprese drammatiche trasformazioni come quelle che seguono alcune NDE (Morse 1992). Io ho descritto il caso di una ragazza di 12 anni che descrisse la sua uscita dal corpo fisico ed il suo viaggio attraverso un tunnel fino ad un posto che lei sentiva come il paradiso, non in punto di morte, ma in occasione di investigazioni mediante elettroencefalogramma di epilessia temporale destra (Morse 1994). In una serie di casi, l'88% dei pazienti che si osservavano da un punto di vista fuori dal corpo, o che vedevano il proprio corpo come un oggetto esteriorizzato nello spazio avevano un focolaio di crisi nel lobo temporale (Devinsky 1989). Molte delle esperienze di epilessie del lobo temporale includono fenomeni di deja vu, jamais vu, rievocazioni di ricordi e allucinazioni auditive e visive (Palmini 1992, So 1993). Sentimenti di estasi religiosa (Williams 1956) e di doppia coscienza, cioè di esperienza simultanea della propria coscienza ordinaria e nella percezione di un'altra realtà, sono ancora una volta legati all'epilessia del lobo temporale destro (Mendez 1996). Vengono inoltre descritti casi di conversione religiosa (Dewhurst 1970). Infine Morgan (1990) stabilisce una diretta correlazione tra le estasi religiose descritte nelle opere di Dostojevsky e le crisi provocate da un astrocitoma al lobo temporale destro. Quest'ultimo provoca sensazioni di distacco, ineffabile felicità, visualizzazione di una luce brillante riconosciuta come la fonte di ogni conoscenza, e la vista di "Gesù Cristo". Alcune affinità tra i resoconti pubblicati di NDE e gli stati allucinatori indotti dall'LSD e dalla ketamina offrono un ulteriore supporto a questa teoria. Abbiamo applicato la scala di convalida delle NDE di Greyson a resoconti pubblicati di esperienze di LSD, ed abbiamo riscontrato punteggi che convalidavano tali esperienze come NDE. Abbiamo sviluppato un modello di NDE basato sui meccanismi della serotonina localizzati nel lobo temporale destro (Morse 1989). Jansen ha proposto un modello basato sulle affinità tra le esperienze indotte dalla ketamina e le NDE. Il suo modello teorizza un beneficio neuroprotettivo nell'esperienza dovuto al fatto che il neurotrasmettitore finale L–glutammato può avere sia un effetto neuroprotettivo che quello di una endopsicosina. Questo modello offre una ragione evolutiva per lo sviluppo delle esperienze, in quanto potrebbero proteggere il cervello nei confronti dell'ipossia e nello stesso tempo offrire un senso di espansione della consapevolezza e di distacco utili in situazioni di pericolo di vita (Jansen K 1996). La ketamina agisce anche nei lobi mediotemporali e nelle associate strutture del lobo limbico (Morse 1989). Negli studi precedentemente citati, praticamente tutti gli autori descrivono le esperienze del lobo temporale destro come allucinazioni. Dorland definisce allucinazione una percezione sensoriale non basata sulla realtà oggettiva. Tuttavia coloro che descrivono le proprie NDE, così come le visioni indotte dalla ketamina, affermano che si tratta di esperienze reali, che includono la percezione di un Dio reale (Morse 1990, Jansen, comunicazione personale). Inoltre risulta chiaro alla luce delle prove cliniche e sperimentali che le NDE sono di fatto esperienze in punto di morte e non la conseguenza artificiosa degli sforzi di rianimazione, dell'ipossia, del trattamento con droghe come la morfina o dell'ipercapnia (Morse 1986 e 1991, Whinnery 1990). Adesso disponiamo di un metodo sperimentale per indurre le NDE, la centrifuga ad alta velocità usata per studiare l'effetto dell'incremento di gravità sui piloti militari. Essi hanno stati di sogno simili alle NDE, nel momento in cui il flusso sanguigno teoricamente si arresta nei lobi temporali (Whinnery, comunicazione personale del 1997). C'è ragione di credere che vi siano altre realtà da percepire. Il fisico matematico Paul Davies evidenzia come vi siano tre generazioni di leptoni e di quark, i mattoni fondamentali di cui è costituito l'universo. L'elettrone ha il corrispondente muone e tauone, e ci sono i corrispondenti quark con differente spin, per un totale di 12 entità fondamentali costituenti la materia. La nostra realtà è basata sull'elettrone e sui due tipi di quark up and down, e le restanti particelle durano solo per una frazione di secondo in quest'universo. È dunque ragionevole ipotizzare che vi siano altre realtà fondate sui muoni e sui tauoni combinati con quark di diversa qualità (Davis 1992). Il biologo molecolare De Duve conclude che lo sviluppo della vita cosciente risponde ad un imperativo cosmico (De Duve 1995). È ragionevole speculare sul fatto che tale imperativo cosmico possa esistere anche in altri universi. Questo offre una possibile soluzione al problema clinico corrente per il quale persone sane e non psicotiche percepiscono altre realtà ed altri esseri durante stati alterati di coscienza (Hufford 1982). Sono stati scritti molti libri da parte di matematici e fisici teorici per discutere queste questioni, a partire da Wolfgang Pauli che collaborò con Jung nell'elaborazione del concetto di inconscio collettivo (Schrodinger 1944, Zukav 1979, Capra 1976, Tiller 1997, Gleick 1987 Peat 1987 Bohm 1987, Wheeler 1979). Tutti questi libri enfatizzano il fatto che la fisica teorica contiene il concetto di una realtà non locale, intendendo dire che gli eventi possono essere indipendentemente correlati anche in assenza di forze di connessione. Il tempo e lo spazio non sono costanti immutabili nella realtà subatomica. Paul Davies così conclude il suo libro The Mind of God: "Abbiamo rivelato il codice cosmico. Noi, polvere di stelle animata, siamo riusciti a gettare uno sguardo sulle regole in base alle quali l'universo funziona. Il modo in cui siamo stati connessi a questa dimensione cosmica resta un mistero, e tuttavia la connessione non può essere negata". Michio in modo analogo commenta che non è troppo difficile formulare i principi matematici che stanno alla base delle 10 dimensioni. "Quel che è davvero difficile è comprendere come possiamo comunicare ed interagire con essi". Vi sono tre modi di comprendere come il cervello umano possa avere interazioni non locali con altre realtà. Gli esseri umani possono avere 1) interazioni non locali con altri mondi, oppure 2) avere interazioni non locali nel mondo fenomenico mediate da un più elevato modello dimensionale di realtà (10 o 11 dimensioni) del quale il nostro mondo rappresenta una riduzione dimensionale. Il problema di questi due modelli è che il primo prevede meccanismi di interazione sconosciuti ed attualmente non testabili, ed il secondo richiede sorgenti di energia che sembrano andar oltre le capacità del cervello umano (comunicazione personale di Chris Clarke). Io propongo un terzo modello ipotizzando che il lobo temporale destro permetta interazioni non locali dovute all'indeterminazione quantistica all'interno della nostra realtà ordinaria. Che tali interazioni siano possibili è documentato dagli esperimenti di Aspect. Tippler (1994) ha proposto un punto omega al di fuori dello spazio e del tempo all'interno dello spazio-tempo convenzionale a 4 dimensioni che potrebbe spiegare tali interazioni. Egli descrive in dettaglio una serie di esperimenti che potrebbero confermarne o invalidarne l'esistenza. Le NDE e le esperienze allucinatorie in generale potrebbero rappresentare semplicemente la descrizione clinica dell'accesso da parte del lobo temporale destro all'informazione proveniente da una realtà non locale priva di spazio e di tempo. Queste visioni spesso contengono elementi precognitivi come quelli documentati nei casi di genitori i cui figli sono morti di sindrome mortale infantile repentina (Hennsley 1993). Se vi fosse una realtà indipendente dal tempo, allora la precognizione potrebbe essere teoricamente possibile. Se noi potessimo accedere ad una realtà non locale, allora le abilità "paranormali" potrebbero essere studiate in quanto basate sulle normali funzioni del lobo temporale destro. Per esempio, la visione a distanza è ben documentata in laboratorio e si dimostra indipendente dallo spazio e dal tempo (Dunne 1987, Utts 1996). Se noi fossimo in grado di accedere ad una realtà non locale, la visione remota sarebbe non solo possibile, ma prevedibile come indipendente dallo spazio e dal tempo. Sheldrake ha già proposto un modello di forme morfiche: si tratta di pattern di energia esistenti in natura che corrispondono ai corpi fisici, ai ricordi, ed ai comportamenti degli organismi viventi. Io vorrei aggiungere a questo modello l'ipotesi speculativa che il lobo temporale destro sia il mediatore della risonanza morfica, la sede dell'interazione tra il nostro cervello e le forme morfiche. Becker ha presentato le prove che la risonanza biologica, l'assorbimento e perfino il trasferimento di energia hanno luogo nell'ambito specifico della frequenza in cui il protone dell'atomo di idrogeno è interessato dalla risonanza magnetica nucleare. Ha dimostrato che i praticanti del Qi-gong possono influenzare lo spettro della risonanza magnetica nucleare di certe sostanze. Anche lui perviene intuitivamente all'idea che i guaritori possono accedere alle forme morfiche nella realtà non locale e possono utilizzare quell'interazione per correggere i difetti nello stampo dell'energia corporea. La risposta di molte malattie all'interazione mente-corpo, come il cancro e le patologie di autoimmunità, può essere compresa come reazione correttiva del DNA attraverso la risonanza morfica, mediata dal lobo temporale destro. Kelleher (1998) ha descritto un modello in base al quale gli eventi spirituali possono produrre cambiamenti nel DNA come evidenziato dall'attività di trasposizione, sebbene egli non menzioni il lobo temporale destro. Guarigioni di rilevi nei malati di cancro sono state collegate in modo aneddotico ad eventi dissociativi ed NDE (Hirshberg 1995). Benson afferma che i suoi studi sui maestri dello yoga indicano "che c'è una sorgente di energia nel corpo umano diversa da quella di cui siamo normalmente coscienti". Di nuovo, prove circostanziate associano la meditazione con l'attività del lobo temporale destro. Benson ritiene che un elemento comune nella meditazione è il tentativo di trovare uno stato di coscienza senza tempo, e suggerisce che i pazienti usino lo stesso tipo di immagini percepite nelle visioni spirituali (Benson 1992). Spesso le esperienze dissociative originate dal lobo temporale destro sono prodotti derivati dalla meditazione. Vi sono alcune prove che indicano un legame tra eventi paranormali e funzioni del lobo temporale destro. Episodi di deja vu e di premonizione sono stati documentati come effetto di stimolazioni del lobo temporale (Mullan 1959). I medium professionisti spesso presentano andamenti anomali degli EEG del lobo temporale (Nelson 1970). Diversi autori hanno anche riscontrato un incremento delle esperienze paranormali soggettive in quei soggetti che mostravano una labilità del lobo temporale, vale a dire che presentavano un certo numero di sintomi minori associati all'epilessia del lobo temporale, pur senza aver mai avuto un attacco epilettico (Persinger 1993, Neppe 1981, Makarec 1990). Esperienze anomale di ogni genere sono state localizzate da Neppe nei lobi temporali. Targ e Katra (1998) hanno già evidenziato somiglianze tra la guarigione mente-corpo, la visione remota, e forme di interazione con un universo non locale. Sia i soggetti che avevano visioni a distanza sia i guaritori spirituali riportano esperienze dissociative come evento scatenante delle loro abilità (Targ e Katra, McMoneagle 1993). Si potrebbero eseguire alcuni esperimenti atti a convalidare o confutare le mie ipotesi. L'attività di trasposizione del DNA può essere misurata, e le alterazioni dovute ad eventi spirituali o NDE possono essere documentate. È anche possibile che le esperienze spirituali possa no causare alterazioni misurabili del sistema immunitario, simili a quelle descritte negli studi sui profili della personalità (Ader 1991). Se potrà essere identificato un marcatore biologico per gli eventi dissociativi, allora la presenza o l'assenza di quel marcatore potrà essere valutata in una serie di situazioni che comprendono le guarigioni spirituali, gli studi sulla visione a distanza e le esperienze spirituali indotte mediante stimolazione elettrica. Hameroff ha proposto che i microtubuli proteici all'interno delle cellule del sistema nervoso possano mediare le interazioni energetiche tra il cervello e la realtà non locale. La presenza di questi microtubuli potrebbe essere investigata all'interno del lobo temporale destro. La presenza o l'assenza di tali proteine potrebbe anche essere correlata alle situazioni cliniche precedentemente menzionate. Si potrebbero condurre studi clinici sulle abilità paranormali come la visione a distanza a seguito di stimolazione del lobo temporale destro. Vi sono alcune prove sul fatto che l'attività del campo elettromagnetico possa alterare le abilità paranormali (Haraldsson 1987). Studi di questo genere possono anche essere applicati al Qi-gong ed alle guarigioni spirituali. Questo nuovo modello di universo interattivo mediato dal lobo temporale destro spiega più dati rispetto ai modelli precedenti. Comprende aree specifiche che possono essere provate o confutate mediante esperimenti riproducibili. Avanzo l'ipotesi che anche se il modello proposto alla fine non riuscirà a superare la prova del tempo, una nuova comprensione della coscienza umana emergerà da queste indagini.
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giovedì 11 aprile 2013


Il TERZO OCCHIO è uno dei più importanti chakra  e si trova leggermente sopra le sopracciglia in mezzo alla fronte, nello Yoga, questo chakra è detto Ajna. Gli antichi Egizi lo chiamarono Arat (Uraeus o Ureo). Le varie tradizioni lo chiamano in modi diversi, ma il Terzo Occhio è importante in ogni tradizione spirituale.
Gli Indù applicano un pallino colorato sulla fronte per indicarlo. I Taoisti chiamano il Terzo Occhio Ying TangL'attivazione dello Ying Tang dona la saggezza. È talvolta detto il chakra della saggezza o il guru-chakraQuesto chakra tocca la ghiandola pituitaria, una ghiandola endocrina molto importante.


Nessun segno fisico è indicativo di per sé. Sono solo dei simboli importanti per il Terzo Occhio. Essi dichiarano che l’uomo conseguì l'attivazione e i poteri del Terzo Occhio.
Poche persone tra coloro che espongono il Terzo Occhio lo hanno realizzato; infatti, i simboli sono le prove viventi di un tempo in cui si riconosceva l’importanza di realizzare quel livello, e un giorno, quando i simboli saranno decifrati, le persone impareranno nuovamente ad attivare quel chakra.

Il terzo occhio coincide con la ghiandola pineale che è la parte del cervello che da vita e fa funzionare sia ciò che conosciamo come “sesto senso”, che altre abilità paranormali.
E’ anche il centro del nostro senso di gioia. La ghiandola pineale nella persona media è come se fosse morta. Una ghiandola inattiva è analoga a una spina dorsale spezzata, dove il cervello non può inviare messaggi e non può raggiungere le parti del corpo che si trovano oltre l’area che è stata danneggiata. L’unica differenza è che questo riguarda l’anima.
E’ per questo motivo che la razza umana si trova oggi a questo livello spiritualmente così basso. Depressione, malattie, miseria, impotenza ed ignoranza sono i risultati della perdita di queste conoscenze. La persona media usa solo il 5-10% del proprio cervello. Un po’ come un arto ingessato e rinchiuso che diviene debole e poco funzionale. All’umanità è stato negato l’accesso ai poteri della psiche attraverso la mancanza d’uso degli stessi nel corso delle generazioni, e tale potere è stato perso.
L’energia psichica entra attraverso i chakra superiori, e discende attraverso il chakra della corona da dove poi entra nella ghiandola pineale del cervello. Appena essa entra nel cervello, la frequenza delle vibrazioni si abbassa. Una ghiandola pineale attiva agisce come un trasformatore che rallenta ulteriormente l’energia fino ad una frequenza inferiore. L’energia quindi entra e si muove dalla regione dell’ipotalamo fino alla ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria trasforma l’energia ad una frequenza ancora inferiore in modo che possa essere assimilata e letta dal cervello.
L’umanità intera opera a frequenze inferiori. La meditazione e la rotazione dei chakra accelera la vibrazione ad un livello superiore dove diveniamo aperti psichicamente e ce ne possiamo rendere conto. Una vibrazione superiore protegge anche dalle malattie e dalle energie negative.


Nel corso dei secoli, a causa di vari fattori facilmente deducibili, l’umanità si è devoluta ed è spiritualmente degenerata. E’ per questo motivo che l’intera razza umana è senza poteri psichici. L’obiettivo dei Governi, dei “Padroni” e della Chiesa Cattolica è sempre stato quello di mantenere l’umanità senza alcuna conoscenza, e senza poteri.
Per riattivare la ghiandola pineale si deve fare meditazione regolarmente. Ci vuole tempo per potenziare tale ghiandola, per attivarla ed usarla. La ghiandola pineale lavora in coppia con la ghiandola pituitaria. Entrambe sono stimolate attraverso la meditazione per l’apertura del chakra della corona.
Le due ghiandole regolano ed abbassano la frequenza delle correnti bioelettriche. Sono dei trasformatori di energia psichica.