martedì 16 aprile 2013





Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.
Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.
Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".
Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».
In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.
Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.
Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.
In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi diencefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.
Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.
Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.
Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.
Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.

fonte: www.neardeath.it

lunedì 15 aprile 2013


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È un articolo del 1998 di Melvin Morse. Il lobo temporale destro profondo e le strutture associate del lobo limbico sono chiaramente connessi alle esperienze religiose umane di ogni tipo, comprese le conversioni e le NDE. Il fatto che le esperienze religiose siano fondate sul funzionamento del cervello non ne diminuisce o ne svalorizza il loro significato spirituale. In realtà, la scoperta di un substrato neurologico per l'esperienza religiosa può essere utilizzata come prova oggettiva della realtà di tali esperienze. L'autore ipotizza che il lobo temporale destro permetta agli esseri umani di interagire con una realtà "non locale" al di fuori dello spazio e del tempo. L'esperienza clinica di accedere a tale realtà è una componente importante nell'esperienza religiosa. La teoria della fisica quantistica, secondo l'autore, ha valore in quanto offre una spiegazione teorica per molti ben documentati fenomeni che si verificano correntemente al di fuori del corrente modello scientifico teorico. L'autore ne esamina le implicazioni per una migliore comprensione di due tipi di esperienze, la visione a distanza e le guarigioni del corpo causate dalla mente. Una delle difficoltà nell'accettazione del fatto che la mente possa guarire il corpo come modello terapeutico risiede nel fatto che non disponiamo di nessuna coerente teoria su come questo fenomeno possa accadere. Se si accetta l'esistenza di una realtà non-locale come evidenziato da alcuni esperimenti, le forme morfiche ipotizzate da Rupert Sheldrake potrebbero esistere all'interno di tale realtà non locale. L'autore ipotizza che il lobo temporale destro sia il veicolo biologico della risonanza morfica, spiegando come gli stati meditativi e dissociativi possano avere come effetto correzioni nel DNA corporeo. Questa teoria ha come potenziale conseguenza una serie di studi scientifici in grado di far progredire la nostra comprensione della coscienza umana e dei talenti paranormali. L'autore ritiene che, anche qualora le sue ipotesi si dimostrassero infondate, l'investigazione del processo di guarigione mente-corpo ne migliorerebbe la comprensione. Ogni umana esperienza si basa sul cervello. Questo include il ragionamento scientifico, la deduzione matematica, il giudizio morale, il talento atletico e le intuizioni e percezioni spirituali. La comprensione delle basi neurologiche relative agli incontri con le realtà spirituali implica una nuova ipotesi che può essere sperimentalmente testata (Saver 1997). Le esperienze spirituali come le premonizioni di morte o le NDE spesso implicano la precognizione di eventi futuri o la visione remota, che rende tali esperienze incomprensibili in base agli attuali modelli della medicina. A tutt'oggi non esiste nessuna coerente teoria che spieghi come la precognizione o la visione remota possano funzionare dal punto di vista della biologia del cervello. Questa carenza di un modello teoretico scientifico che consentisse l'interazione con un universo interconnesso ha portato ad un dibattito centenario tra gli "scettici" ed i "credenti" che non ha fatto avanzare di un solo passo la nostra comprensione della coscienza umana. Questo è un dibattito di natura preminentemente filosofica tra atei e credenti, ed ha dominato ogni settore del paranormale e della ricerca sulle NDE, camuffandosi spesso sotto una terminologia scientifica (Hansen 1992). Il dibattito in sé, tanto dal punto di vista degli scettici quanto da quello dei credenti, rientra in quella che Carl Sagan ha definito pseudoscienza, dato che comprende pochi dati scientificamente generati e molti richiami a varie autorità ed esperti (Sagan 1996). Il lobo temporale destro mediano, l'ippocampo, e le associate strutture del lobo limbico costituiscono il substrato biologico delle OBE e delle esperienze religiose. La prova di ciò è rappresentata dagli studi sulle patologie del lobo temporale, dagli studi sulla stimolazione elettrica diretta, dagli studi sul lobo temporale negli epilettici, dagli studi sperimentali sulle NDE e dagli studi clinici comparativi sulle esperienze indotte dalla ketamina e dall'LSD e l'azione dei neurotrasmettitori associati all'interno del cervello umano. I primi casi studiati dimostrarono che i tumori nelle regioni temporali erano spesso associati ad allucinazioni visive. Queste allucinazioni includevano visioni che andavano da "una strana donna maligna e vestita" a "scene e miraggi dipinti", fino a lampi di luce ed oggetti luminosi (Henschen 1925, Jackson 1889-90). Per esempio, un referto cita il caso di un ragazzo con un glioma cistico nel lobo temporale destro che aveva una vivida visione tridimensionale di un uomo vestito di bianco (Cushing 1921). Kennedy fu uno dei primi a riconoscere l'origine dal lobo temporale destro di allucinazioni vivacemente realistiche di natura audiovisiva, localizzate fuori dal corpo (Kennedy 1911). Molti dei casi riportati riguardavano pazienti che vedevano apparizioni prima della morte. Questo è un fenomeno clinico ben documentato riscontrato nei pazienti morenti (Barrett 1990, Ossis 1977). Studi sulla stimolazione elettrica diretta delle strutture profonde del lobo temporale hanno ampliato la nostra comprensione del funzionamento di quest'area, dato che hanno provocato percezioni di stati fuori dal corpo così come la visione dei "ricordi", ed altri elementi propri delle NDE (Moody). Per esempio, nella serie di esperimenti di Penfield un paziente affermò: "Oh cielo, sto lasciando il mio corpo", ed un altro paziente così si espresse: "Sono mezzo dentro e mezzo fuori". Se stimolati in aree adiacenti al lobo temporale, i pazienti affermarono di udire musiche celestiali, di vedere vivide allucinazioni di persone, e di ricordare memorie del passato così vivide da apparire come reali quadri tridimensionali davanti a loro (Penfield 1950, 1955). Uno studio più recente descrive un paziente che riferì la sensazione di trovarsi a gran distanza dal proprio corpo a seguito della stimolazione della struttura mesolimbica temporale destra (Gloor). Persinger ha sviluppato un metodo di deboli stimolazioni elettriche del lobo temporale destro senza interventi di tipo neurochirurgico, che ha utilizzato per condurre esperienze sugli studenti universitari. Riporta che è come se avessero "esperienza di Dio" (Persinger 1987). Pazienti che soffrono di epilessia del lobo temporale descrivono crisi che comprendono elementi di natura religiosa, comprese drammatiche trasformazioni come quelle che seguono alcune NDE (Morse 1992). Io ho descritto il caso di una ragazza di 12 anni che descrisse la sua uscita dal corpo fisico ed il suo viaggio attraverso un tunnel fino ad un posto che lei sentiva come il paradiso, non in punto di morte, ma in occasione di investigazioni mediante elettroencefalogramma di epilessia temporale destra (Morse 1994). In una serie di casi, l'88% dei pazienti che si osservavano da un punto di vista fuori dal corpo, o che vedevano il proprio corpo come un oggetto esteriorizzato nello spazio avevano un focolaio di crisi nel lobo temporale (Devinsky 1989). Molte delle esperienze di epilessie del lobo temporale includono fenomeni di deja vu, jamais vu, rievocazioni di ricordi e allucinazioni auditive e visive (Palmini 1992, So 1993). Sentimenti di estasi religiosa (Williams 1956) e di doppia coscienza, cioè di esperienza simultanea della propria coscienza ordinaria e nella percezione di un'altra realtà, sono ancora una volta legati all'epilessia del lobo temporale destro (Mendez 1996). Vengono inoltre descritti casi di conversione religiosa (Dewhurst 1970). Infine Morgan (1990) stabilisce una diretta correlazione tra le estasi religiose descritte nelle opere di Dostojevsky e le crisi provocate da un astrocitoma al lobo temporale destro. Quest'ultimo provoca sensazioni di distacco, ineffabile felicità, visualizzazione di una luce brillante riconosciuta come la fonte di ogni conoscenza, e la vista di "Gesù Cristo". Alcune affinità tra i resoconti pubblicati di NDE e gli stati allucinatori indotti dall'LSD e dalla ketamina offrono un ulteriore supporto a questa teoria. Abbiamo applicato la scala di convalida delle NDE di Greyson a resoconti pubblicati di esperienze di LSD, ed abbiamo riscontrato punteggi che convalidavano tali esperienze come NDE. Abbiamo sviluppato un modello di NDE basato sui meccanismi della serotonina localizzati nel lobo temporale destro (Morse 1989). Jansen ha proposto un modello basato sulle affinità tra le esperienze indotte dalla ketamina e le NDE. Il suo modello teorizza un beneficio neuroprotettivo nell'esperienza dovuto al fatto che il neurotrasmettitore finale L–glutammato può avere sia un effetto neuroprotettivo che quello di una endopsicosina. Questo modello offre una ragione evolutiva per lo sviluppo delle esperienze, in quanto potrebbero proteggere il cervello nei confronti dell'ipossia e nello stesso tempo offrire un senso di espansione della consapevolezza e di distacco utili in situazioni di pericolo di vita (Jansen K 1996). La ketamina agisce anche nei lobi mediotemporali e nelle associate strutture del lobo limbico (Morse 1989). Negli studi precedentemente citati, praticamente tutti gli autori descrivono le esperienze del lobo temporale destro come allucinazioni. Dorland definisce allucinazione una percezione sensoriale non basata sulla realtà oggettiva. Tuttavia coloro che descrivono le proprie NDE, così come le visioni indotte dalla ketamina, affermano che si tratta di esperienze reali, che includono la percezione di un Dio reale (Morse 1990, Jansen, comunicazione personale). Inoltre risulta chiaro alla luce delle prove cliniche e sperimentali che le NDE sono di fatto esperienze in punto di morte e non la conseguenza artificiosa degli sforzi di rianimazione, dell'ipossia, del trattamento con droghe come la morfina o dell'ipercapnia (Morse 1986 e 1991, Whinnery 1990). Adesso disponiamo di un metodo sperimentale per indurre le NDE, la centrifuga ad alta velocità usata per studiare l'effetto dell'incremento di gravità sui piloti militari. Essi hanno stati di sogno simili alle NDE, nel momento in cui il flusso sanguigno teoricamente si arresta nei lobi temporali (Whinnery, comunicazione personale del 1997). C'è ragione di credere che vi siano altre realtà da percepire. Il fisico matematico Paul Davies evidenzia come vi siano tre generazioni di leptoni e di quark, i mattoni fondamentali di cui è costituito l'universo. L'elettrone ha il corrispondente muone e tauone, e ci sono i corrispondenti quark con differente spin, per un totale di 12 entità fondamentali costituenti la materia. La nostra realtà è basata sull'elettrone e sui due tipi di quark up and down, e le restanti particelle durano solo per una frazione di secondo in quest'universo. È dunque ragionevole ipotizzare che vi siano altre realtà fondate sui muoni e sui tauoni combinati con quark di diversa qualità (Davis 1992). Il biologo molecolare De Duve conclude che lo sviluppo della vita cosciente risponde ad un imperativo cosmico (De Duve 1995). È ragionevole speculare sul fatto che tale imperativo cosmico possa esistere anche in altri universi. Questo offre una possibile soluzione al problema clinico corrente per il quale persone sane e non psicotiche percepiscono altre realtà ed altri esseri durante stati alterati di coscienza (Hufford 1982). Sono stati scritti molti libri da parte di matematici e fisici teorici per discutere queste questioni, a partire da Wolfgang Pauli che collaborò con Jung nell'elaborazione del concetto di inconscio collettivo (Schrodinger 1944, Zukav 1979, Capra 1976, Tiller 1997, Gleick 1987 Peat 1987 Bohm 1987, Wheeler 1979). Tutti questi libri enfatizzano il fatto che la fisica teorica contiene il concetto di una realtà non locale, intendendo dire che gli eventi possono essere indipendentemente correlati anche in assenza di forze di connessione. Il tempo e lo spazio non sono costanti immutabili nella realtà subatomica. Paul Davies così conclude il suo libro The Mind of God: "Abbiamo rivelato il codice cosmico. Noi, polvere di stelle animata, siamo riusciti a gettare uno sguardo sulle regole in base alle quali l'universo funziona. Il modo in cui siamo stati connessi a questa dimensione cosmica resta un mistero, e tuttavia la connessione non può essere negata". Michio in modo analogo commenta che non è troppo difficile formulare i principi matematici che stanno alla base delle 10 dimensioni. "Quel che è davvero difficile è comprendere come possiamo comunicare ed interagire con essi". Vi sono tre modi di comprendere come il cervello umano possa avere interazioni non locali con altre realtà. Gli esseri umani possono avere 1) interazioni non locali con altri mondi, oppure 2) avere interazioni non locali nel mondo fenomenico mediate da un più elevato modello dimensionale di realtà (10 o 11 dimensioni) del quale il nostro mondo rappresenta una riduzione dimensionale. Il problema di questi due modelli è che il primo prevede meccanismi di interazione sconosciuti ed attualmente non testabili, ed il secondo richiede sorgenti di energia che sembrano andar oltre le capacità del cervello umano (comunicazione personale di Chris Clarke). Io propongo un terzo modello ipotizzando che il lobo temporale destro permetta interazioni non locali dovute all'indeterminazione quantistica all'interno della nostra realtà ordinaria. Che tali interazioni siano possibili è documentato dagli esperimenti di Aspect. Tippler (1994) ha proposto un punto omega al di fuori dello spazio e del tempo all'interno dello spazio-tempo convenzionale a 4 dimensioni che potrebbe spiegare tali interazioni. Egli descrive in dettaglio una serie di esperimenti che potrebbero confermarne o invalidarne l'esistenza. Le NDE e le esperienze allucinatorie in generale potrebbero rappresentare semplicemente la descrizione clinica dell'accesso da parte del lobo temporale destro all'informazione proveniente da una realtà non locale priva di spazio e di tempo. Queste visioni spesso contengono elementi precognitivi come quelli documentati nei casi di genitori i cui figli sono morti di sindrome mortale infantile repentina (Hennsley 1993). Se vi fosse una realtà indipendente dal tempo, allora la precognizione potrebbe essere teoricamente possibile. Se noi potessimo accedere ad una realtà non locale, allora le abilità "paranormali" potrebbero essere studiate in quanto basate sulle normali funzioni del lobo temporale destro. Per esempio, la visione a distanza è ben documentata in laboratorio e si dimostra indipendente dallo spazio e dal tempo (Dunne 1987, Utts 1996). Se noi fossimo in grado di accedere ad una realtà non locale, la visione remota sarebbe non solo possibile, ma prevedibile come indipendente dallo spazio e dal tempo. Sheldrake ha già proposto un modello di forme morfiche: si tratta di pattern di energia esistenti in natura che corrispondono ai corpi fisici, ai ricordi, ed ai comportamenti degli organismi viventi. Io vorrei aggiungere a questo modello l'ipotesi speculativa che il lobo temporale destro sia il mediatore della risonanza morfica, la sede dell'interazione tra il nostro cervello e le forme morfiche. Becker ha presentato le prove che la risonanza biologica, l'assorbimento e perfino il trasferimento di energia hanno luogo nell'ambito specifico della frequenza in cui il protone dell'atomo di idrogeno è interessato dalla risonanza magnetica nucleare. Ha dimostrato che i praticanti del Qi-gong possono influenzare lo spettro della risonanza magnetica nucleare di certe sostanze. Anche lui perviene intuitivamente all'idea che i guaritori possono accedere alle forme morfiche nella realtà non locale e possono utilizzare quell'interazione per correggere i difetti nello stampo dell'energia corporea. La risposta di molte malattie all'interazione mente-corpo, come il cancro e le patologie di autoimmunità, può essere compresa come reazione correttiva del DNA attraverso la risonanza morfica, mediata dal lobo temporale destro. Kelleher (1998) ha descritto un modello in base al quale gli eventi spirituali possono produrre cambiamenti nel DNA come evidenziato dall'attività di trasposizione, sebbene egli non menzioni il lobo temporale destro. Guarigioni di rilevi nei malati di cancro sono state collegate in modo aneddotico ad eventi dissociativi ed NDE (Hirshberg 1995). Benson afferma che i suoi studi sui maestri dello yoga indicano "che c'è una sorgente di energia nel corpo umano diversa da quella di cui siamo normalmente coscienti". Di nuovo, prove circostanziate associano la meditazione con l'attività del lobo temporale destro. Benson ritiene che un elemento comune nella meditazione è il tentativo di trovare uno stato di coscienza senza tempo, e suggerisce che i pazienti usino lo stesso tipo di immagini percepite nelle visioni spirituali (Benson 1992). Spesso le esperienze dissociative originate dal lobo temporale destro sono prodotti derivati dalla meditazione. Vi sono alcune prove che indicano un legame tra eventi paranormali e funzioni del lobo temporale destro. Episodi di deja vu e di premonizione sono stati documentati come effetto di stimolazioni del lobo temporale (Mullan 1959). I medium professionisti spesso presentano andamenti anomali degli EEG del lobo temporale (Nelson 1970). Diversi autori hanno anche riscontrato un incremento delle esperienze paranormali soggettive in quei soggetti che mostravano una labilità del lobo temporale, vale a dire che presentavano un certo numero di sintomi minori associati all'epilessia del lobo temporale, pur senza aver mai avuto un attacco epilettico (Persinger 1993, Neppe 1981, Makarec 1990). Esperienze anomale di ogni genere sono state localizzate da Neppe nei lobi temporali. Targ e Katra (1998) hanno già evidenziato somiglianze tra la guarigione mente-corpo, la visione remota, e forme di interazione con un universo non locale. Sia i soggetti che avevano visioni a distanza sia i guaritori spirituali riportano esperienze dissociative come evento scatenante delle loro abilità (Targ e Katra, McMoneagle 1993). Si potrebbero eseguire alcuni esperimenti atti a convalidare o confutare le mie ipotesi. L'attività di trasposizione del DNA può essere misurata, e le alterazioni dovute ad eventi spirituali o NDE possono essere documentate. È anche possibile che le esperienze spirituali possa no causare alterazioni misurabili del sistema immunitario, simili a quelle descritte negli studi sui profili della personalità (Ader 1991). Se potrà essere identificato un marcatore biologico per gli eventi dissociativi, allora la presenza o l'assenza di quel marcatore potrà essere valutata in una serie di situazioni che comprendono le guarigioni spirituali, gli studi sulla visione a distanza e le esperienze spirituali indotte mediante stimolazione elettrica. Hameroff ha proposto che i microtubuli proteici all'interno delle cellule del sistema nervoso possano mediare le interazioni energetiche tra il cervello e la realtà non locale. La presenza di questi microtubuli potrebbe essere investigata all'interno del lobo temporale destro. La presenza o l'assenza di tali proteine potrebbe anche essere correlata alle situazioni cliniche precedentemente menzionate. Si potrebbero condurre studi clinici sulle abilità paranormali come la visione a distanza a seguito di stimolazione del lobo temporale destro. Vi sono alcune prove sul fatto che l'attività del campo elettromagnetico possa alterare le abilità paranormali (Haraldsson 1987). Studi di questo genere possono anche essere applicati al Qi-gong ed alle guarigioni spirituali. Questo nuovo modello di universo interattivo mediato dal lobo temporale destro spiega più dati rispetto ai modelli precedenti. Comprende aree specifiche che possono essere provate o confutate mediante esperimenti riproducibili. Avanzo l'ipotesi che anche se il modello proposto alla fine non riuscirà a superare la prova del tempo, una nuova comprensione della coscienza umana emergerà da queste indagini.
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giovedì 11 aprile 2013


Il TERZO OCCHIO è uno dei più importanti chakra  e si trova leggermente sopra le sopracciglia in mezzo alla fronte, nello Yoga, questo chakra è detto Ajna. Gli antichi Egizi lo chiamarono Arat (Uraeus o Ureo). Le varie tradizioni lo chiamano in modi diversi, ma il Terzo Occhio è importante in ogni tradizione spirituale.
Gli Indù applicano un pallino colorato sulla fronte per indicarlo. I Taoisti chiamano il Terzo Occhio Ying TangL'attivazione dello Ying Tang dona la saggezza. È talvolta detto il chakra della saggezza o il guru-chakraQuesto chakra tocca la ghiandola pituitaria, una ghiandola endocrina molto importante.


Nessun segno fisico è indicativo di per sé. Sono solo dei simboli importanti per il Terzo Occhio. Essi dichiarano che l’uomo conseguì l'attivazione e i poteri del Terzo Occhio.
Poche persone tra coloro che espongono il Terzo Occhio lo hanno realizzato; infatti, i simboli sono le prove viventi di un tempo in cui si riconosceva l’importanza di realizzare quel livello, e un giorno, quando i simboli saranno decifrati, le persone impareranno nuovamente ad attivare quel chakra.

Il terzo occhio coincide con la ghiandola pineale che è la parte del cervello che da vita e fa funzionare sia ciò che conosciamo come “sesto senso”, che altre abilità paranormali.
E’ anche il centro del nostro senso di gioia. La ghiandola pineale nella persona media è come se fosse morta. Una ghiandola inattiva è analoga a una spina dorsale spezzata, dove il cervello non può inviare messaggi e non può raggiungere le parti del corpo che si trovano oltre l’area che è stata danneggiata. L’unica differenza è che questo riguarda l’anima.
E’ per questo motivo che la razza umana si trova oggi a questo livello spiritualmente così basso. Depressione, malattie, miseria, impotenza ed ignoranza sono i risultati della perdita di queste conoscenze. La persona media usa solo il 5-10% del proprio cervello. Un po’ come un arto ingessato e rinchiuso che diviene debole e poco funzionale. All’umanità è stato negato l’accesso ai poteri della psiche attraverso la mancanza d’uso degli stessi nel corso delle generazioni, e tale potere è stato perso.
L’energia psichica entra attraverso i chakra superiori, e discende attraverso il chakra della corona da dove poi entra nella ghiandola pineale del cervello. Appena essa entra nel cervello, la frequenza delle vibrazioni si abbassa. Una ghiandola pineale attiva agisce come un trasformatore che rallenta ulteriormente l’energia fino ad una frequenza inferiore. L’energia quindi entra e si muove dalla regione dell’ipotalamo fino alla ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria trasforma l’energia ad una frequenza ancora inferiore in modo che possa essere assimilata e letta dal cervello.
L’umanità intera opera a frequenze inferiori. La meditazione e la rotazione dei chakra accelera la vibrazione ad un livello superiore dove diveniamo aperti psichicamente e ce ne possiamo rendere conto. Una vibrazione superiore protegge anche dalle malattie e dalle energie negative.


Nel corso dei secoli, a causa di vari fattori facilmente deducibili, l’umanità si è devoluta ed è spiritualmente degenerata. E’ per questo motivo che l’intera razza umana è senza poteri psichici. L’obiettivo dei Governi, dei “Padroni” e della Chiesa Cattolica è sempre stato quello di mantenere l’umanità senza alcuna conoscenza, e senza poteri.
Per riattivare la ghiandola pineale si deve fare meditazione regolarmente. Ci vuole tempo per potenziare tale ghiandola, per attivarla ed usarla. La ghiandola pineale lavora in coppia con la ghiandola pituitaria. Entrambe sono stimolate attraverso la meditazione per l’apertura del chakra della corona.
Le due ghiandole regolano ed abbassano la frequenza delle correnti bioelettriche. Sono dei trasformatori di energia psichica.


venerdì 5 aprile 2013

Club Urban Fantasy: RUBRICA EMERGENTI: Metatron

Club Urban Fantasy: RUBRICA EMERGENTI: Metatron: Titolo:  Metatron. Alla ricerca del simbolo occulto Autore:  Tommaso Ferraris Pagine: 312 p.   Prezzo: € 14,50 (cartaceo con ebook in r...

martedì 2 aprile 2013

Mystery: E.V.P.Electronic Voice PhenomenaNel 1959, Friedr...

Mystery:
E.V.P.Electronic Voice Phenomena
Nel 1959, Friedr...
: E.V.P. Electronic Voice Phenomena Nel 1959, Friedrich Jürgenson, un produttore cinematografico svedese, stava registrando il cant...

E.V.P.
Electronic Voice Phenomena

Nel 1959, Friedrich Jürgenson, un produttore cinematografico svedese, stava registrando il canto degli uccelli. Durante la riproduzione, poteva discernere la voce di sua madre che diceva in tedesco, "Friedrich, ti sto guardando. Friedel, il mio piccolo Friedel, mi senti?" La sua successiva registrazione di centinaia di tali voci avrebbe fatto guadagnare il titolo di "Padre della EVP." Ha scritto due libri sul tema: Voci dall'Universo e contatto radio con i morti .
Il cosiddetto fenomeno delle "voci elettroniche" (o EVP, Electronic Voice Phenomena), conosciuto anche col nome di psicofonia o metafonia o transcomunicazione strumentale, è un presunto fenomeno paranormale che riguarda la manifestazione di voci (ed eventualmente anche immagini) di origine apparentemente non umana in registrazioni, ricezioni o amplificazioni tramite strumentazione elettronica.
La tipologia più conosciuta di questo presunto fenomeno è rappresentata dalla registrazione anomala di voci (di solito poco chiare), attribuite a spiriti, su un nastro magnetico o supporti digitali, oppure la loro ricezione tramite una radio, un televisore o persino su un computer o un telefono.
La qualità delle EVP varia. Alcuni sono difficili da distinguere e sono soggette a interpretazione da ciò che stanno dicendo. Alcuni EVP, tuttavia, sono molto chiare e di facile comprensione. EVP ha spesso un carattere elettronico o meccanico ad essa, a volte sembra naturale. La qualità di EVP è classificato dai ricercatori:
  • Classe A: di facile comprensione per quasi chiunque con poca o nessuna controversia. Questi sono anche di solito i più forti EVPS.
  • Classe B: Di solito caratterizzato dalla deformazione della voce in certe sillabe. Inferiore in volume o più lontano suono di classe A. Classe B è il tipo più comune di EVP.
  • Classe C: Caratterizzato da deformazione eccessiva. Essi sono i più bassi in termini di volume (spesso sussurrando) e sono le più difficili da capire.
L'aspetto più affascinante di EVP è che le voci a volte rispondono direttamente alle persone che presentano la registrazione. I ricercatori fanno una domanda, per esempio, e la voce risponde o  fa un commento. Ancora una volta, questa risposta non si sente solo più tardi, quando il nastro viene riprodotto.

 Da DOVE provengono le voci?
Questo, naturalmente, è il mistero. Nessuno lo sa. Alcune teorie sono:
  • Sono voci di persone che hanno perso la vita. È per questo che molti ricercatori vanno nei cimiteri in cerca EVPS (e spesso con grande successo). In questo contesto, il fenomeno è talvolta chiamato transcomunicazione strumentale o ITC.
  • Sono da un'altra dimensione. Si teorizza che ci possono essere molte dimensioni di esistenza, e in qualche modo esseri di qualche altra dimensione sono in grado di parlare e comunicare con la nostra attraverso questo metodo. Una buona domanda è però: Come fanno a sapere l'inglese e le altre della nostra dimensione?
  • Provengono dal subconscio dei ricercatori. E 'stato suggerito che in qualche modo i pensieri dei ricercatori vengono proiettate sul nastro.
  • Alcune persone credono che queste voci sono di angelica o  di demoniaca origine.
  • Gli scettici affermano che non c'è nulla di EVP a tutti - che le "voci" sono o fasulli, rumore casuale interpretato come voci, voci reali già sul nastro, o voci raccolto da radio, telefoni cellulari e altre fonti simili.
Nel mese di gennaio 2007, i Central New York Ghost Hunters (CNYGH), con sede a Syracuse, New York, sono stati invitati a indagare su un vecchio hotel nello stato di New York.  I proprietari dell'hotel hanno chiesto di mantenere la loro posizione riservata. L'inchiesta ha dimostrato di essere uno dei luoghi con la più intensa attività che il gruppo abbia mai incontrato, e ha prodotto un EVP - un sistema elettronico di registrazione vocale fenomeni - che è notevole non solo per la sua lunghezza, ma anche per il suo contenuto terrificante.
Può anche essere il più intenso, spaventoso EVP mai registrato:http://paranormal.about.com/library/media/audio/cnygh-evp.mp3


Mystery: La gamba di Miguel Juan"Crederei ai miracoli s...

Mystery:


La gamba di Miguel Juan
"Crederei ai miracoli s...
: La gamba di Miguel Juan "Crederei ai miracoli solo se mi dimostrassero che una gamba tagliata è ricresciuta. Ma questo non è ...



La gamba di Miguel Juan

"Crederei ai miracoli solo se mi dimostrassero che una gamba tagliata è ricresciuta. Ma questo non è avvenuto e non avverrà mai." questa è la frase che spesso si sente dire dagli atei.... Ma nel 1600 accadde una storia incredibile, il prodigio dei prodigi, il miracolo dei miracoli... Ecco la storia tratta dal mensile "Il timone" di Enrico Salomi

Nel 1617, a Calanda, nell’Aragona spagnola, nasce un certo Miguel Juan Pellicer, figlio di contadini e contadino lui stesso, analfabeta, dotato di una fede solida ed essenziale, devoto alla Vergine del Pilar di Saragozza. Lasciata la famiglia per non pesare sul magro bilancio dei genitori, verso la fine di luglio del 1637, mentre lavora tra i campi, un carro di frumento gli transita su una gamba, proprio sotto il ginocchio, procurandogli la frattura della tibia nella parte centrale. Tra dolori inenarrabili, vuole andare a Saragozza per mettersi sotto la protezione della Vergine del Pilar. Cinquanta giorni di viaggio e trecento chilometri sotto la canicola estiva, raccattando passaggi qua e là. Quando arriva in città, praticamente moribondo, si trascina sui gomiti fin nel santuario e qui si affida alla Vergine: ”pensaci Tu perché sto per morire”. Con sega e scalpello – gli strumenti del tempo – gli viene amputata la gamba, unica soluzione per salvargli la vita. Passa un anno prima di uscire dall’ospedale con una gamba di legno, due stampelle e una specie di patentino che gli dava la possibilità di esercitare la ”professione” del mendicante. Tutti i giorni, per due anni e mezzo, davanti alla porta del santuario del Pilar, l’intera Saragozza gli passa accanto, lo vede, si commuove, qualcuno lo aiuta; alla sera, quando il santuario chiude, Miguel Juan si cosparge il moncone della gamba con un po’ di olio consumato dalle lampade del santuario, nonostante che i medici, da cui è visitato periodicamente, lo ammoniscano inutilmente. 

Quando lo riconoscono alcuni compaesani che sono a Saragozza per un pellegrinaggio, non potendo più tenere nascosta la sua situazione, Miguel Juan decide di tornare dai genitori a Calanda, circa 100 chilometri a sud di Saragozza. E qui, altro non può fare che riprendere a mendicare. Il momento fatidico giunge alla sera del 29 marzo del 1640. E` giovedì. Siamo tra le dieci e le undici di sera. Miguel Juan cena con i genitori, due vicini di casa e un soldato di cavalleria dell’Esercito Reale, che è di passaggio e a cui era stata data ospitalità. Miguel Juan, dopo la povera cena, si congeda dalla compagnia e decide di andare a coricarsi. Ripone la protesi di legno e le stampelle, va a dormire nella camera da letto di mamma e papà, perchè aveva lasciato il suo giaciglio abituale al soldato. Qualche tempo dopo, la madre entra nella camera e, sentendo un profumo intenso ”come di Paradiso”, si accorge che da quel mantello troppo corto che ricopre il figlio addormentato spuntano due piedi

Giunge il padre, richiamato dalla donna. In principio pensano che si tratti del soldato che ha sbagliato stanza, ma, sollevando la coperta e guardando meglio, scoprono che quella persona è proprio il loro figlio. Miguel Juan, il mutilato, dorme profondamente, ma ha riattaccata quella gamba che, due anni e cinque mesi prima, gli era stata amputata. E non si tratta di una gamba qualsiasi, ma proprio della sua, con tutte le caratteristiche e le cicatrici del suo arto e con un circolino rosso nel punto in cui era avvenuta l’amputazione. Svegliano il figlio. Stava sognando – dirà Miguel Juan – di essere a Saragozza nella cappello della Vergine del Pilar e che si ungeva la gamba segata con l’olio di una lampada, come era uso fare quando era in quel santuario.

Un miracolo straordinario, quello di un arto amputato improvvisamente riattaccato, che solo Dio, l’autore e il padrone delle leggi della natura può compiere. Se il fatto e vera, allora la conclusione si impone: Dio esiste. Ma ci vogliono le prove. Le prove ci sono, eccome. E sono tante, tutte concordi, ben fondate, ottimamente documentate, al punto che Messori si spinge a dire: ”dovrebbe dubitare di tutta quanta la storia umana, compresi i fatti più certi perchè più attestati, chi rifiutasse la verità di quanta successo a Calanda quella sera di marzo della settimana di Passione del 1640”. Vediamole in sintesi.

II miracolo viene attestato solo sessanta ore dopo da tutte le autorità locali: il vicario parrocchiale don Jusepe Herrero, il justicia (il giudice e insieme il responsabile dell’ordine pubblico) Martin Corellano, il sindaco Miguel Escobedo, il suo vice Martin Galindo e, soprattutto, il notaio reale Lazaro Macario Gomez. In pochissimi giorni viene istituito un processa pubblico in cui sfilano decine e decine di testimoni oculari, nel frattempo, viene visitato il luogo dove era stata sepolta dai medici la gamba amputata, ma viene trovato vuoto (come riportato da un Aviso Historico, un giornale del tempo). Dopo quasi undici mesi di lavoro e con quattordici sedute pubbliche e plenarie, si pronuncia la sentenza del processo di Saragozza in data 27 aprile 1641: ”Perciò affermiamo e dichiariamo che a Miguel Juan Pellicer, contadino di Calanda, fu restituita la gamba che gli era stata amputata due anni e cinque mesi prima; e che non fu un fatto di natura, ma opera mirabile e miracolosa, ottenuta per intercessione della Vergine del Pilar... (Noi) affermiamo, pronunciamo e dichiariamo che a Miguel Juan Pellicernativo di Calanda fu restituita miracolosamente la gamba destra che in precedenza gli era stata amputata; e che non è stato un fatto operato dalla natura, ma opera mirabile e miracolosa; che si deve giudicare e tener per miracolo, concorrendo tutte le condizioni richieste dal Diritto perché si possa parlare di vero prodigio. Pertanto lo ascriviamo tra i miracoli e come tale lo approviamo, dichiariamo e autorizziamo e così diciamo.". I ventiquattro testimoni oculari, scelti dal tribunale di Saragozza tra innumerevoli possibili, possono essere suddivisi in cinque gruppi. 

Cinque sono medici ed infermieri, e tra loro il chirurgo che amputo la gamba e i due sanitari di Calanda che procedettero alla visita immediatamente dopo l’evento. Cinque tra familiari e i vicini di casa. Quattro sono autorità locali di Calanda, sopra ricordate. Quattro sono ecclesiastici, sia di Saragozza che di Calanda. Sei ”vari”, tra cui l’oste, nella cui bettola vicino al Pilar Miguel Juan, storpio, passava la notte quando rimediava quattro soldi di elemosina e un altro oste, di Samper, dal quale aveva alloggiato sulla strada del ritorno a casa. I testimoni sono scelti per dar conto, sotto giuramento, delle differenti tappe della storia di Miguel Juan Pellicer: la frattura, l’amputazione, la mendicità al Pilar, il ritorno al paese natale, l’evento miracoloso del 29 marzo e i fatti dei giorni successivi. E` così straordinario quanto è accaduto a Calanda, che il giovane contadino Miguel Juan venne ricevuto addirittura dal re Filippo IV, il più orgoglioso sovrano del mondo, il monarca dell’impero dove ”non tramontava mai il sole”. Il sovrano, dopo aver sentito la sua testimonianza e 1’inequivocabile sequenza di eventi da parte delle più importanti autorità spagnole, si inginocchia davanti al contadino, gli bacia con devozione la cicatrice, rimasta là dove l’arto era stato amputato e poi riattaccato. 

Non un miracolo solo, dunque, ma addirittura tre in un colpo solo: l'arresto della putrefazione della gamba rimasta sottoterra per oltre due anni; la sua guarigione dalla cancrena; e - ultimo ma più importante di tutti - la sua "restituzione" al legittimo proprietario.
Se la storia così come ci è stata tramandata è totalmente vera non lo sapremo mai, ma rimane comunque una storia incredibile... Secondo me i miracoli esistono ancora oggi e le prove ci sono anche se la scienza non sa ancora come spiegarceli...
 Vorrei concludere con le parole di G. K. Chesterton: "Un credente è un signore che accetta un miracolo se ve lo obbliga l’evidenza. Un non credente è invece un signore che non accetta neppure di discutere di miracoli, poiché a questo lo obbliga la dottrina che professa e che non può smentire".

Mystery: SAMSARAMolti cristiani sarebbero molto sorpresi d...

Mystery: SAMSARA
Molti cristiani sarebbero molto sorpresi d...
: SAMSARA Molti cristiani sarebbero molto sorpresi dal fatto che ci sono un numero enorme di riferimenti alla reincarnazione nella Bibb...
SAMSARA

Molti cristiani sarebbero molto sorpresi dal fatto che ci sono un numero enorme di riferimenti alla reincarnazione nella Bibbia. I riferimenti più interessanti nella Bibbia si possono trovare all'interno degli insegnamenti di Gesù riguardanti Giovanni Battista come la reincarnazione di Elia, il profeta.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,11-15 
In quel tempo Gesù disse alla folla: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. 
La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda”.
Questo è solo uno dei riferimenti alla reincarnazione ma c'è anche:
Dal Vangelo secondo Matteo 17,10-13 
Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: “Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?” 
Ed egli rispose: “Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. 
Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro”. 
Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.
 L'obiettivo finale della reincarnazione è quello di imparare delle lezioni dalla vita sulla Terra, successivamente la reincarnazione non è più necessaria.
La reincarnazione è stata studiata dal Dr. Ian Stevenson nel libro intitolato Venti casi indicativi di reincarnazione (1967); egli fornisce una rigorosa motivazione scientifica per mostrare come la reincarnazione è l'unica spiegazione valida che si adatta ai fatti del suo studio. Egli considera ogni possibile spiegazione alternativa per i suoi 20 casi di bambini piccoli che erano spontaneamente in grado di descrivere una vita precedente, non appena hanno imparato a parlare. Era in grado di escludere ogni spiegazione alternativa utilizzando uno o più aspetti di questi casi. In seguito la ricerca ha anche rafforzato il suo caso a favore dell'esistenza della reincarnazione. 
Ecco un estratto dal suo libro:
Ian Stevenson , Dipartimento di Medicina Psichiatrica, Università di Virginia , Scuola di Medicina, Charlottesville, Virginia 22908 Quasi nulla si sa sul perché voglie pigmentate (nei o nevi) si verificano in luoghi particolari della pelle. Le cause della maggior parte dei difetti di nascita sono sconosciuti. Circa il 35% dei bambini che affermano di ricordare vite precedenti hanno voglie e / o difetti di nascita che hanno (o informatori adulti) attribuiscono a ferite sulla persona la cui vita del bambino ricorda. I casi su 210 di questi bambini sono stati studiati. Le voglie erano di solito le aree di peli, pelle raggrinzita, alcuni erano aree di pigmentazione scarsa o nulla (macule ipopigmentate), altri erano aree di aumento della pigmentazione (iperpigmentate nevi). I difetti di nascita erano quasi sempre dei tipi rari. Nei casi in cui è stata individuata una persona deceduta i dettagli della cui vita corrisponde inequivocabilmente le affermazioni del bambino, una stretta corrispondenza è stata quasi sempre trovato tra le voglie e / o difetti di nascita sul bambino e le ferite sulla persona deceduta. In 43 su 49 casi in cui è stato ottenuto un documento medico (di solito un rapporto post-mortem), ha confermato la corrispondenza tra le ferite e le voglie (o difetti di nascita). Ci sono poche prove che i genitori e gli altri informatori imposto una falsa identità sul bambino, al fine di spiegare la voglia del bambino o un difetto alla nascita. Alcuni processo paranormale sembra necessaria per tenere conto di almeno alcuni dei dettagli di questi casi, comprese le voglie e difetti di nascita.
Figura 1.   macule ipocromiche sul petto di un giovane indiano che, da bambino, ha detto che ricordava la vita di un uomo, Maha Ram, che è stato ucciso con un fucile da caccia sparato a distanza ravvicinata.
Figura 2.   I cerchi mostrano le ferite fucile principali su Maha Ram, per il confronto con la Figura 1. [Questo disegno è dalla relazione autopsia del defunto.]
INTRODUZIONE

Anche se conti di moli (iperpigmentate nevi) hanno dimostrato che l'adulto medio ha tra 15 e IX di loro (Pack e Davis, 1956), poco si sa circa la loro causa - ad eccezione di quelli associati con la malattia genetica neurofibromatosi - e ancora meno si sa sul perché voglie si verificano in una posizione del corpo invece che in un altro. In alcuni casi un fattore genetico è stato plausibilmente suggerito per la posizione di nei (Cockayne, 1933, Denaro, 1944; Maruri, 1961), ma la causa della posizione della maggior parte dei segni di nascita non è nota. Le cause di molti, forse la maggior parte, i difetti di nascita rimangono altrettanto sconosciuti. In grande serie di difetti di nascita in cui i ricercatori hanno cercato le cause note, come teratogeni chimici (come talidomide), infezioni virali, e fattori genetici, tra i 430/0 (Nelson e Holmes, 1989) e 65 - 70% ( Wilson, 1973) dei casi sono stati finalmente assegnati alla categoria di "cause sconosciute". tra 895 casi di bambini che affermano di ricordare una vita precedente (o sono stati pensati dagli adulti di avere avuto una vita precedente), voglie e / o della nascita difetti attribuiti alla vita precedente sono stati riportati in 309 (35%) dei soggetti. La voglia o difetto di nascita del bambino è stato detto di corrispondere a una ferita (di solito fatale) o di altro marchio sul defunto la cui vita il bambino ha detto che ricordava. Questo lavoro riporta un'indagine sulla validità di tali crediti. Con i miei collaboratori mi hanno portato le indagini su 210 casi ad una fase in cui posso riportare i dettagli in un libro di prossima pubblicazione (Stevenson, di prossima pubblicazione). Questo articolo riassume i nostri risultati. bambini che affermano di ricordare vite precedenti sono stati trovati in ogni parte del mondo in cui sono stati cercato (Stevenson, 1983; 1987), ma si trovano più facilmente nei paesi dell'Asia meridionale. In genere, un bambino comincia a parlare di una vita precedente non appena si può parlare, di solito tra i due e i tre anni, e in genere non si arresta così facendo età compresa tra i cinque e i sette anni (Cook, Pasricha, Samararatne, Win Maung, e Stevenson, 1983). Anche se alcuni dei bambini fare dichiarazioni vaghe, altri danno i dettagli di nomi ed eventi che permettono l'identificazione di una persona la cui vita e la morte corrisponde alle dichiarazioni del bambino. In alcuni casi la persona identificata è già noto alla famiglia del bambino, ma in molti casi non è così. Oltre a rendere dichiarazioni verificabili su una persona deceduta, molti dei bambini mostrano un comportamento (come ad esempio una fobia) che è insolito nella loro famiglia, ma risultata pari al comportamento mostrato dal defunto in questione o ipotizzabile per lui (Stevenson, 1987; 1990).
Anche se alcune delle voglie che si verificano in questi bambini sono "ordinaria" iperpigmentate nevi (moli) di cui ogni adulto ha qualche (Pack e Davis, 1956), la maggior parte non lo sono. Invece, sono più probabilità di essere raggrinzita e scarlike, a volte depresso un po 'al di sotto della pelle circostante, le aree di calvizie, aree di pigmentazione marcatamente ridotta (macule ipopigmentate), o porta-le macchie di vino (nevipammri). Quando un rilevante voglia è un nevo iperpigmentate, è quasi sempre più grande nella zona di rispetto alle "normali" nevo iperpigmentate. Allo stesso modo, i difetti di nascita in questi casi sono di tipo insolito e raramente corrispondono a nessuno dei "modelli riconoscibili di malformazione umana" (Smith, 1982). METODI Le mie indagini su questi casi includeva interviste, spesso ripetuti, con il soggetto e con diversi o molti altri informatori per entrambe le famiglie. Con rare eccezioni, solo informatori in prima persona sono stati intervistati. Tutti i record pertinenti scritte esistenti, in particolare i certificati di morte e le relazioni post-mortem, sono stati cercati ed esaminati. Nei casi in cui gli informatori ha detto che le due famiglie non avevano conoscenza precedente, ho fatto ogni sforzo per escludere qualsiasi possibilità che alcune informazioni potrebbero comunque sono passati normalmente al bambino, forse attraverso un quasi dimenticato la conoscenza reciproca delle due famiglie. Ho pubblicato i dettagli altrove dettagli sulla modalità (Stevenson, 1975; 1987). non ho accettato alcun segno indicato come una voglia a meno che un testimone in prima persona mi ha assicurato che era stato notato subito dopo la nascita del bambino o, al massimo, entro pochi settimana. Ho chiesto la presenza di segni di nascita simili in altri membri della famiglia, in quasi tutti i casi questo è stato negato, ma in sette casi un fattore genetico non può essere escluso. Difetti alla nascita del tipo in questione qui sarebbe notato subito dopo la nascita del bambino. Indagini in questi casi esclusi (di nuovo con rare eccezioni) le cause note di difetti di nascita, come la stretta relazione biologica dei genitori (consanguineità), infezioni virali nella madre del soggetto durante la sua gravidanza, e le cause chimiche di difetti di nascita come l'alcool. RISULTATI

Corrispondenze tra ferite e voglie
Una corrispondenza tra voglia e la ferita è stata giudicata soddisfacente se la voglia e la ferita erano entrambi in uno spazio di 10 centimetri quadrati nella stessa posizione anatomica, infatti, molte delle voglie e le ferite erano molto più vicini nella stessa posizione di questo. Un documento medico, di solito una relazione postmortem, è stata ottenuta in 49 casi. La corrispondenza tra ferita e voglia giudicata insoddisfacente o meglio dal criterio di cui 43 (88%) di questi casi e non soddisfacente in 6 casi. Diverse spiegazioni differenti sembrano essere necessari per tenere conto dei casi discordanti, e discutere di questi altrove (Stevenson. di prossima pubblicazione). La figura 1 mostra una voglia (un urea di ipopigmentazione) su un bambino indiano che ha detto che ricordava la vita di un uomo che era stato ucciso con un fucile da caccia sparato a distanza ravvicinata. La figura 2 mostra la posizione delle ferite registrate dal patologo. (I cerchi sono stati disegnati da un medico indiano che ha studiato la relazione post-mortem con me.) L'alta percentuale (88%) di concordanza tra le ferite e voglie nei casi per i quali abbiamo ottenuto i rapporti post-mortem (o altri documenti che confermano) aumenta la fiducia nel la precisione dei ricordi informatori riguardanti le ferite sulla persona deceduta nei casi più numerosi per i quali abbiamo potuto ottenere nessun documento medico. Non tutti gli errori di ricordi informatori avrebbe comportato l'attribuzione di una corrispondenza tra i segni di nascita e le ferite che ha fatto, né esistono, in quattro casi (forse cinque) affidamento sulla memoria di un informatore avrebbe comportato manca una corrispondenza in cui un documento medico attestata.
Figura 3.   Grande nevo epidermico verrucoso sulla testa di un uomo thailandese che da bambino ha detto che ricordava la vita di suo zio paterno, che è stato ucciso con un colpo alla testa da un coltello pesante.
Figura 4.   malformazione congenita chiodo sulla destra alluce del soggetto Thai mostrato in Figura 3. Questa malformazione corrispondeva ad un ulcera cronica della punta del piede destro ideale da cui partire zio del soggetto aveva subito.
Figura 5.   Piccolo, rotondo voglia grinzoso su un ragazzo tailandese che corrispondeva alla ferita di entrata in un uomo la cui vita ha detto che ricordava e che era stato sparato con un fucile da dietro.
Figura 6.   grande, di forma irregolare voglia sulla zona frontale della testa del ragazzo Thai mostrato in Figura 5.Questa voglia corrispondeva alla ferita di uscita previsto da uomo thailandese la cui vita ha detto il ragazzo che ricordava.
I casi con due o più Birthmarks
L'argomento del caso come contabile per la corrispondenza tra voglie e le ferite diventa molto ridotto quando il bambino ha due o più voglie ognuno corrispondente ad una ferita al defunto la cui vita egli afferma di ricordare. La figura 3 mostra una anomalia importante della pelle (nevo epidermico verrucoso) sul retro della testa di un uomo thailandese che, da bambino, ha ricordato la vita di suo zio, che era stato colpito alla testa con un coltello pesante e ucciso quasi istantaneamente. Il soggetto aveva anche un unghia deformata della punta del piede destro grande (Figura 4). Ciò corrispondeva ad una infezione cronica del piede stesso da cui lo zio del soggetto aveva sofferto per alcuni anni prima di morire. La serie comprende 18 casi in cui due voglie su un argomento corrispondevano a colpi di pistola di ingresso e di uscita. In 14 di questi uno birthmark era più grande rispetto agli altri, e in 9 di questi 14 prove hanno mostrato chiaramente che la più piccola voglia (solitamente anno) corrispondeva alla ferita di entrata e quello più grande (solitamente di forma irregolare) corrispondeva alla ferita di uscita. Queste osservazioni accordo con il fatto che le ferite di proiettile di uscita sono sempre più grandi rispetto alle ferite di ingresso (Fatteh, 1976; Gordon e Shapiro, 1982). La figura 5 mostra una piccola rotonda voglia sulla parte posteriore della testa di un ragazzo thailandese, e la figura 6 mostra una più grande, di forma irregolare birthmark nella parte anteriore della testa. Il ragazzo ha detto che si ricordava la vita di un uomo che è stato colpito alla testa da dietro. (La modalità di morte è stata verificata, ma nessun documento medico era ottenibile.) Oltre ai 9 casi mi sono indagati, Mills segnalato un altro caso avente la caratteristica di una piccola rotonda voglia (corrispondente alla ferita di entrata) e una maggiore corrispondente alla ferita di uscita (sia verificata da una relazione post-mortem) (Mills, 1989) voglia. Ho calcolato le probabilità contro il caso di due voglie correttamente corrispondenti a due ferite. La superficie della pelle del maschio adulto medio è di 1,6 metri (Spalteholz, 1943). Se dovessimo immaginare questa piazza zona e la diffusione su una superficie piatta, le sue dimensioni sarebbero di circa 127 centimetri per 127 centimetri. In questa zona si adatterebbe circa 160 piazze della misura 10 centimetri quadrati che ho citato sopra. La probabilità che una voglia sola su una persona in posizione corrisponderebbe ad una ferita nella zona di una delle 160 quadrati più piccoli è solo 1/160. Tuttavia, la probabilità di corrispondenze tra due voglie e due ferite sarebbe (1/160) 2, cioè uno in 25.600. (Questo calcolo presuppone che voglie sono uniformemente distribuite su tutte le regioni della pelle. Ciò non è corretto [Pack, Lenson e Gerber, 1952], ma credo che la variazione può essere ignorato per il presente scopo.)

Esempi di altre corrispondenze di dettaglio tra le ferite e le voglie
Una donna thailandese aveva tre distinti voglie lineari scarlike ipopigmentate vicino alla linea mediana della schiena, come un bambino che aveva ricordato la vita di una donna che è stata uccisa quando ha colpito tre volte alla schiena con un'ascia. (Informatori verificato questa modalità di morte, ma nessuna cartella clinica era possibile ottenere.) Una donna di Birmania è nato con due voglie perfettamente rotonde in petto a sinistra, ma leggermente sovrapposte, e uno era circa la metà degli altri. Da bambina ha detto che si ricordava la vita di una donna che è stato accidentalmente colpito e ucciso con un fucile da caccia. Un informatore responsabile ha detto la cartuccia di fucile da caccia aveva contenuto tiro di due diverse dimensioni. (Nessun record medica era ottenibile in questo caso.) Un altro bambino birmano ha detto che lei ricordava la vita di sua zia defunta, che era morto durante l'intervento chirurgico per la malattia cardiaca congenita. Questo bambino ha avuto una lunga e lineare verticale ipopigmentato vicino voglia alla linea mediana del suo basso addome torace e superiore; questa voglia corrispondeva l'incisione chirurgica per la riparazione del cuore della zia. (Ho ottenuto una cartella clinica in questo caso.) Al contrario, un bambino della Turchia aveva una voglia lineare orizzontale in tutto il quadrante superiore destro dell'addome.Somigliava la cicatrice di incisione trasversale addominale di un chirurgo. Il bambino ha detto che si ricordava la vita del suo nonno paterno, che era diventato itterico ed è stato operato prima di morire. Potrebbe aver avuto un cancro della testa del pancreas, ma non ho potuto imparare una diagnosi medica precisa. due soggetti birmani ricordato come i bambini la vita delle persone che erano morte dopo essere stato morso da serpenti velenosi, e le voglie di ogni corrispondeva a incisioni terapeutiche effettuate presso i siti dei morsi di serpente sulle persone le cui vite si ricordavano. Un altro argomento birmano ha anche detto come un bambino che si ricordava la vita di un bambino che era stato morso al piede da un serpente e morì. In questo caso, tuttavia, lo zio del bambino aveva applicato un sigaro brucia al sito del morso - un rimedio popolare per morsi di serpente in alcune parti della Birmania, e voglia del soggetto era rotonda e si trova presso il sito con il piede in cui il bambino morso di zio aveva applicato il sigaro. Tre esempi di difetti di nascita figura 8, di seguito, mostra il lato destro della testa di un ragazzo turco con un orecchio diminuita e malformati (unilaterale microtia).Aveva anche il sottosviluppo del lato destro del suo volto (emifacciale microsomia). Ha detto che si ricordava la vita di un uomo che era stato sparato (con un fucile da caccia) a bruciapelo. L'uomo ferito è stato portato in ospedale dove è morto dopo 6 giorni - di lesioni al cervello causati da tiro che era penetrato nella parte destra del cranio. (Ho ottenuto una copia della cartella clinica.)

Figura 8.   gravemente malformato orecchio (microtia) in un ragazzo turco che ha detto che si ricordava la vita di un uomo che è stato ferito a morte sul lato destro della testa con un fucile scarico a distanza ravvicinata.
Figura 9.   Quasi dita assenti (brachidattilia) da un lato in un ragazzo indiano che ha detto che ricordava la vita di un ragazzo di un altro villaggio, che aveva messo la sua mano nelle lame di una macchina fodderchopping e aveva le dita amputate.
Figura 10.   Piccolo, rotondo voglia grinzoso su un ragazzo tailandese che corrispondeva alla ferita di entrata in un uomo la cui vita ha detto che ricordava e che era stato sparato con un fucile da dietro.
La Figura 9 mostra le dita quasi assente congenitamente da un lato (brachidattilia unilaterale) in un bambino dell'India che ha detto che ricordava la vita di un altro bambino che aveva messo la sua mano destra le pale di un foraggio-Coltelli macchina e ha perso le dita. Maggior parte dei casi di brachidattilia includere solo un accorciamento delle falangi medie. Nel caso di specie non vi erano le ossa delle falangi, e le dita erano rappresentati da semplici stub. Brachidattilia unilaterale è estremamente raro, e non ho trovato un rapporto pubblicato di un caso, anche se un collega (chirurgo plastico) mi ha mostrato una fotografia di un caso che è venuto sotto la sua cura. figura 10 mostra l'assenza congenita della parte inferiore della gamba destra ( unilaterale emimelia) in una ragazza birmana. Ha detto che lei ricordava la vita di una ragazza che è stato investito da un treno. Testimoni oculari hanno detto che il treno reciso gamba destra della ragazza in primo luogo, prima di eseguire sul tronco. Bassa emimelia è una condizione estremamente rara, e Frantz e O'Rahilly (1961) ha trovato solo in 12 (4,0%) su 300 casi di tutte le carenze congenite scheletriche che esaminati.
DISCUSSIONE

Poiché la maggior parte (ma non tutti) di questi casi lo sviluppo tra le persone che credono nella reincarnazione, dovremmo aspettarci che gli informatori per i casi li interpretano come esempi in accordo con la loro fede, e fanno di solito. E 'necessario, tuttavia, per gli scienziati a pensare a spiegazioni alternative. La spiegazione più ovvia di questi casi, attribuisce il difetto voglia o la nascita del bambino al caso, e le relazioni delle dichiarazioni del bambino e il comportamento insolito quindi diventare una finzione parentale destinato a conto per la voglia (o difetto di nascita) in termini di credenza nella reincarnazione culturalmente accettato.Vi sono, tuttavia, importanti obiezioni a questa spiegazione. In primo luogo, i genitori (e altri adulti interessati in un caso) non hanno bisogno di inventare e raccontare i dettagli di una vita precedente, al fine di spiegare la lesione del loro bambino. Credere nella reincarnazione, come la maggior parte di loro lo fanno, sono quasi sempre il contenuto di attribuire la lesione a qualche evento di una vita precedente senza ricerca di una vita particolare con i dettagli corrispondenti. In secondo luogo, la vita delle persone decedute figuranti nei casi erano di qualità non uniforme sia per quanto riguarda lo status sociale e la condotta lodevole. Alcuni di loro fornito modelli di eroismo o di qualche altra qualità invidiabile, ma molti di loro vivevano in condizioni di povertà o sono stati altrimenti unexemplary. Pochi genitori imporrebbe una identificazione con tali persone sui loro figli. In terzo luogo, anche se nella maggior parte dei casi le due famiglie in questione erano a conoscenza (o correlati), sono certo che in almeno 13 casi (tra i 210 esaminati attentamente per quanto riguarda questa materia) le due famiglie in questione non aveva mai sentito parlare di loro prima caso sviluppato. La famiglia del soggetto in questi casi può aver avuto alcuna informazione con cui costruire una vita immaginaria precedente che, successivamente è risultato, una corrispondenza tra uno vero. In altri 12 casi i genitori del bambino si era sentito parlare della morte della persona in questione, ma non era a conoscenza delle ferite su quella persona.Limiti di spazio per questo articolo mi obbliga a chiedere ai lettori di accettare la mia valutazione di questi 25 casi di questo problema, ma nel mio lavoro futuro mi dà un elenco dei casi da cui i lettori possono trovare i report dettagliati dei casi e dalla loro lettura giudicare questa importante questione per se stessi. In quarto luogo, penso di aver dimostrato che il caso è un'interpretazione improbabile per le corrispondenze in posizione tra due o più voglie sul tema del caso e le ferite di una persona deceduta. Coloro che rifiutano la spiegazione del caso in combinazione con una storia secondariamente confected può prendere in considerazione altre interpretazioni che includono i processi paranormali, ma inferiori di proporre una vita dopo la morte. Uno di questi suppone che il difetto voglia o la nascita avviene per caso e il soggetto poi telepatia viene a conoscenza di un defunto che aveva una lesione simile e sviluppa una identificazione con quella persona. I soggetti figli di questi casi, tuttavia, non mostrano poteri paranormali dell'entità necessaria per spiegare i ricordi apparenti in contesti al di fuori dei loro ricordi apparenti. Un'altra spiegazione, che avrebbe lasciato meno al caso nella produzione di lesione del bambino, attribuisce a un'impressione materno da parte della madre del bambino. Secondo questa idea, una donna incinta, avere una conoscenza di ferite della persona deceduta, possa influenzare un embrione e feto in gestazione in modo che la sua forma corrispondeva alle ferite sulla persona deceduta. L'idea di impressioni materne, popolari nei secoli precedenti e fino ai primi decenni di questo, è caduta in discredito. Fino a quando un mio articolo recente (Stevenson, 1992) vi era stata alcuna revisione di una serie di casi dal 1890 (Dabney, 1890), ei casi sono raramente pubblicati oggi (Williams e Pembroke, 1988). Tuttavia, alcuni dei casi pubblicati - vecchi e nuovi - mostrano una corrispondenza notevole tra uno stimolo insolito nella mente di una donna incinta e un difetto insolito voglia o la nascita in lei più tardi neonato. Inoltre, in un'analisi di 113 casi pubblicati ho trovato che lo stimolo si è verificato per la madre nel primo trimestre in 80 casi (Stevenson, 1992). Il primo trimestre è ben noto per essere uno dei più grandi sensibilità dell'embrione / feto a teratogeni riconosciuti, come la talidomide (Nowack, 1965) e la rosolia (Hill, Bambola, Galloway, e Hughes, 1958). Applicato al caso di specie, tuttavia, la teoria di impronta materna ha ostacoli grandi come la spiegazione normale sembra avere. In primo luogo, nei 25 casi di cui sopra, la madre del soggetto, anche se può avere sentito parlare della morte della persona interessata defunto, non era a conoscenza delle ferite di quella persona. In secondo luogo, questa interpretazione presuppone che la madre non solo hanno modificato il corpo del suo bambino non ancora nato con i suoi pensieri, ma dopo la nascita del bambino ha influenzato di rilasciare dichiarazioni e di mostrare un comportamento che altrimenti non avrebbero fatto. Nessun motivo di tale comportamento possono essere individuate nella maggior parte delle madri (o padri) di questi soggetti. Non è il mio scopo di imporre qualsiasi interpretazione di questi casi i lettori di questo articolo. Né mi aspetto che qualsiasi lettore di raggiungere anche una conclusione preliminare delle brevi sintesi di casi che la brevità di questa relazione comporta. Al contrario, spero che mi hanno stimolato i lettori a esaminare i report dettagliati dei molti casi che io sono ora in fase di pubblicazione. 

Ma sulla reincarnazione c'è ancora tanto da scoprire....