martedì 26 agosto 2014

CHI ERA RASPUTIN?


Grigori Jefimovich meglio conosciuto come Rasputin (dal nome del villaggio in cui nacque) era come lo definì la zarina "una creatura mistica, prediletta da Dio e dotata di grandi poteri". Era un personaggio comunque controverso infatti altri lo chiamavano "il diavolo santo" e altri addirittura lo temevano....
Il suo biografo tedesco S. Langer lo descrive così: "Non era assolutamente cattivo, ma non era nemmeno molto buono, non era santo e neanche libertino... Era un uomo esuberante, dotato di molti pregi e soccombente a molte debolezze... Pieno di contraddizioni e dotato di qualità che sfuggono alla conoscenza umana." Era dotato del dono della profezia, infatti profetizzò lo sterminio della famiglia imperiale, la sua morte, il secondo conflitto mondiale... 
Nato nel 1868 in Russia a 22 anni ebbe una visione divina: mentre stava arando sentì alle spalle un coro angelico, si voltò e vide la Madonna; per lui fu come un avvertimento, scrisse in seguito.
Qualche tempo dopo un novizio dell'accademia ecclesiastica lo convinse di andare nel monastero di Werchoturije, dove entrò in contatto con una setta eretica e pare che gli fu affidata la missione di portare il Vangelo di Cristo nel mondo. La gente umile parla di lui come il consolatore della gente povera, dotati di poteri eccezionali ma si diceva anche che nei suoi occhi c'era un fascino un pò angelico e un pò diabolico, dinanzi alla quale nessuna donna poteva resistergli. 
La voce sui suoi poteri taumaturgici giunge presto fino a Pietroburgo, dove aumentando il suo prestigio, aumentano anche le sue condizioni economiche.
Ma la sua notorietà raggiungerà l'apice quando guarirà lo zarevich Alexej che era emofiliaco; raccoltosi in preghiera accanto al suo capezzale disse a sua madre: "Tuo figlio è salvo" e così fu.
Ma i consiglieri dello zar in seguito a delle voci che lo screditavano convinsero lo zar ad allontanalo dalla corte, ma Rasputin prima di andarsene disse: "Se lo zar mi allontanerà da Pietroburgo, entro sei mesi l'erede al trono sarà di nuovo in pericolo..." E fu proprio così perchè Alexej cadde e si ferì, le sue condizioni peggiorarono e allora lo zar fece tornare Rasputin che lo guarì nuovamente. 
Il suo potere allora aumentò, tanto che lo stesso zar su decisioni importanti lo consultava e questo naturalmente infastidì molto gli aristocratici. Così uno di questi, il principe Jussupoff, invitò con un inganno Rasputin nel suo palazzo e mentre banchettavano gli versò del cianuro nel vino; dopo un pò il suo respiro divenne pesante e allora il principe decise di sparargli un colpo al petto per finirlo. 
Convinti di averlo ucciso salirono al piano superiore, ma quando tornarono si trovarono di fronte a una scena orribile: Rasputin grondava sangue ma era ancora in piedi e barcollando si stava dirigendo verso l'uscita. Così gli spararono nuovamente e lo gettarono in un fiume. 
Una interessante profezia riguardante le guerre mondiali recita così:
"...Crescerà una pianta in Europa chiamata sangue. Il suo primo frutto scoppierà nell'anno del mistero. I semi arriveranno fino alle porte di Pietroburgo. Ma Pietroburgo sarà salva. Il secondo frutto -e sarà il più grosso-scoppierà nell'anno del mistero solare. E i semi arriveranno oltre Pietroburgo e fino a Parigi e fino a Roma e oltre i mari. Il terzo frutto sarà minore di altri e scoppierà nel nuovo anno del mistero solare. Ma i semi non cadranno più sulla terra, perchè saranno bruciati dal vento..."
La pianta chiamata sangue è il simbolo della guerra; le interpretazioni sui tempi in cui questa violenza scoppierà sono state diverse. Il primo frutto è la prima guerra mondiale. Il secondo frutto, il riferimento riguarda la mistica dei numeri: 7 è il numero del mistero, se scomponiamo questo numero magico avremo 2 e 5. All'anno di morte di Rasputin basterà aggiungere 25 per giungere al 1941, anno in cui il mondo era in piena guerra. 
Il terzo frutto frutto, la terza guerra mondiale sarà breve e forse sarà con il fuoco....
Dopo una nuova era di pace e di serenità si aprirà su un mondo nuovo. 

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